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Roccatederighi: riaperta al culto, dopo il restauro, la chiesa di San Sebastiano

Redazione
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Grosseto – Domenica di festa, quella appena trascorsa, per Roccatederighi. Nel pomeriggio, infatti, il vescovo Rodolfo ha presieduto la Messa per la riapertura al culto della chiesa di san Sebastiano, nella parte centrale del paese. La chiesetta è rimasta chiusa otto mesi perché si è reso necessario un intervento di consolidamento della struttura, col completo rifacimento del tetto, e un restyling complessivo.

La chiesa fu costruita nel 1860 dalla gente di Roccatederighi laddove precedentemente sorgeva un antico oratorio in onore dei santi Fabiano e Sebastiano. Nel 1956 venne completamente restaurata grazie all’impegno dell’allora parroco, don Astutillo Pellegrini, rocchigiano, col contributo della società Montecatini e della gente. In quella circostanza fu anche dedicato il nuovo altare in memoria e suffragio delle vittime del lavoro.

L’ultimo restauro è intervenuto, oltre che sul tetto, anche sulle tinte delle pareti interne. E’ stato sostituito l’azzurro intenso con tre tinte delicate, di diverse sfumature di celeste, che riguardano le pareti, la volta, le paraste e le parti in basso. Un’illuminazione nuova consente di valorizzare queste sfumature quasi impercettibili altrimenti.

Nell’occasione della Messa per la riapertura della chiesa è stata incoronata una piccola statua della Madonna con Bambino, abitualmente conservata nella chiesa parrocchiale di san Martino e con una storia particolare. L’immagine della Madonna del Carmine, infatti, si era rovinata e fu posta nella soffitta della parrocchia. Fu ritrovata negli anni ’50 da don Astutillo, che la fece restaurare. Per devozione molti fedeli donarono oggetti d’oro che, fusi insieme, permisero di far realizzare da un orafo due corone: una per la Vergine, una per il Bambino. La prima incoronazione avvenne nel ’52 e nell’occasione fu composta una laude. Domenica la terza incoronazione, da parte del vescovo, dopo una avvenuta diversi anni fa.

A coordinare i lavori è stata l’architetto Barbara Fiorini con la collaborazione della giovane collega Silvia Fabbri e del geometra della ditta Fidia Andrea Vigilucci. L’intervento è stato finanziato grazie ai fondi 8xmille destinati all’edilizia di culto e al contributo generoso di un parrocchiano che desidera rimanere anonimo.

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