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“Aperti per non chiudere più”. È lo slogan che scandisce la campagna unitaria lanciata da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti in concomitanza con il Primo Maggio, festa internazionale del lavoro

Redazione
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Le due associazioni di categoria, che rappresentano i pubblici esercizi italiani, intendono così mobilitare anche l’opinione pubblica sulla necessità di una ripartenza totale e definitiva dell’attività del settore e, più in generale, sulla necessità di una diversa gestione della pandemia, che non passi più dalle chiusure dei locali, ma che vada a colpire il pericolo dei contagi là dove realmente è. 

Nelle locandine, affisse in vetrina da migliaia di bar e ristoranti, alcune immagini provocatorie: l’interno di un locale con il servizio al tavolo e assembramenti in spazi pubblici. Poi, la domanda: “Dove ti senti più sicuro?”

«Basta coi distinguo tra fasce di colore o tra servizio all’esterno o all’interno: ormai queste regole nella lotta al Covid stanno sfiorando il ridicolo – dicono da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti – lo dimostra il fatto che nei mesi in cui siamo stati chiusi il numero dei contagi è addirittura aumentato. È evidente ormai a tutti, tranne che al Governo, che non è nei nostri locali che circola il virus. Si vada piuttosto a vedere cosa accade nelle case private, negli assembramenti spontanei delle piazze, o all’interno delle grandi aziende, dove quattro milioni di lavoratori ogni giorno condividono il momento della pausa non sempre rispettando le prescrizioni antiCovid».

«Con questa nuova e grande campagna di comunicazione – spiega Danilo Ceccarelli, presidente Fipe Confcommercio Grosseto – vogliamo continuare il pressing sulle istituzioni che ci ha portato tante volte nelle piazze e nei tavoli istituzionali. Chiediamo, a gran voce, ancora una volta, la riapertura totale e definitiva dei pubblici esercizi, indipendentemente dalle fasce di colore, ed anche al superamento del concetto di coprifuoco o almeno al suo prolungamento sino alla mezzanotte. E lo ribadiamo forte: garantire la sicurezza è il nostro primario interesse, perché i clienti, così come il personale che abbiamo a lavoro, sono il bene più prezioso che abbiamo nei nostri bar e nei nostri ristoranti».

«Si creano enormi disparità – afferma Massimiliano Meipresidente provinciale Fiepet Confesercenti -, tra chi potrà lavorare e chi invece dovrà proseguire con il solo asporto: in una stessa regione si avranno attività che saranno in zona gialla e altre che continueranno a lavorare come se fossero in zona rossa».

«Domani è il primo maggio, festa del lavoro e dobbiamo prendere atto che purtroppo questa festa molto dei nostri operatori non potranno festeggiarla – precisa Giovanni Caso presidente provinciale Confesercenti -. Il lavoro è un diritto ma è anche dignità. Non ci convince neppure il coprifuoco alle 22, se si può mangiare o bere in sicurezza sino alle dieci di sera, perché non lo si può fare anche più tardi? Quello che conta sono i controlli e il rispetto dei protocolli di sicurezza». 

«È fondamentale la coesione della categoria – interviene Umberto Amato presidente dell’associazione cuochi Grosseto –. Ai tavoli non siamo mai stati invitati come categoria dei ristoratori perché siamo sempre stati divisi. Le associazioni di categroia devono portare avanti le nostre richieste: dobbiamo essere rappresentati da chi ci ha sempre rappresentato. Andare in piazza a protestare va bene se le proteste sono accompagnate da proposte realizzabili, sennò è inutile».   

Per accompagnare il pressing sindacale, arriva quindi la campagna promozionale rivolta ai clienti, che prevede il coinvolgimento di tutte le attività di somministrazione con l’obiettivo di evitare un nuovo lockdown, dimostrando che non sono certo bar e ristoranti i luoghi di maggior diffusione dei contagi. 

«Questa è una lotta contro il tempo – commentano Carla Palmieri e Gabriella Orlando, presidente e direttore Confcommercio Grosseto – Le aziende del nostro territorio iniziano non hanno più riserve per andare avanti. Non hanno più fiato per attendere la conclusione della campagna vaccinale. È necessario intervenire adesso, con sostegni economici adeguati. Il Governo non può più ritardare la pubblicazione del Decreto Imprese, e questa è la grande priorità, oltre al fatto di dare a tutte le imprese la possibilità di lavorare, mantenendo sempre alta la guardia sul rispetto delle norme di sicurezza».

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