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Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza contro le morti bianche

Redazione
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La manifestazione, indetta a livello nazionale, si carica, a Grosseto, di un significato ancora più forte e drammatico, dopo l’incidente costato la vita a un operaio mercoledì scorso
“Basta morti sul lavoro non può essere solo un motto, ma un punto di partenza per una nuova cultura della sicurezza”.

Sono scese in piazza Dante a Grosseto le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil per dire basta alle morti bianche. Una manifestazione promossa a livello nazionale che a Grosseto, però, arriva in tragica concomitanza con un incidente sul lavoro che mercoledì scorso è costato la vita a un operaio di 44 anni.

“Le morti bianche sono una vera e propria emergenza nazionale – dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Ferretti, Katiuscia Biliotti e Federico Capponi – , come dimostra anche la terribile morte avvenuta pochi giorni fa a Castiglione della Pescaia. Dobbiamo riportare il mondo del lavoro in un’unica direzione e dobbiamo farlo sensibilizzando aziende, lavoratori e cittadini in modo che il tema della sicurezza sia centrale. Le norme ci sono, sono all’avanguardia rispetto ad altri Paesi e vanno rispettate, provando anche rivedere i livelli di produttività richiesti e i carichi di lavoro che ancora oggi mettono a dura prova i lavoratori.
Le aziende mature devono essere consapevoli che il lavoratore è il ben più prezioso dell’azienda e deve essere valorizzato e messo in condizione di esprime al meglio le proprio potenzialità. Questa terribile pandemia, in questo senso, può essere una occasione per rivedere l’organizzazione del lavoro. Non possiamo fermarci al motto ‘basta morti sul lavoro’,  dobbiamo, insieme alle istituzioni a tutta la società nel suo complesso, promuovere il cambiamento, agendo anche in modo importante sulla sensibilizzazione e informazioni di chi gestisce e organizza il personale in tutte le aziende: una gestione maldestra o superficiale influisce negativamente sulla produttività e sui livelli di sicurezza necessari perché il lavoro serva per vivere e non sia un rischio. Purtroppo si assiste spesso a pressioni ossessive sui posti di lavoro da parte di dirigenti e responsabili, obiettivi irraggiungibili e carichi di lavoro inattuabili: tutto questo deve essere immediatamente rivisto e cambiato. Va sottolineato anche che il problema della sicurezza interessa tutti, non solo le aziende private, ce lo ha dimostrato, in modo tragico l’emergenza sanitaria: il personale della sanità, messa a dura prova da 20 anni di tagli al settore, si è ritrovato in prima linea e sono state tantissimi le vittime del Covid registrate tra medici, infermieri e ausiliari”.
“Infine – concludono le organizzazioni sindacali – ci saremmo aspettati un’attenzione diversa da parte delle istituzioni che, pur non essendo state formalmente invitate, avrebbero potuto e dovuto essere al nostro fianco perché la sicurezza, come abbiamo ribadito più volte, è un problema di tutti”.
In piazza Dante i segretari generali hanno lasciato spazio proprio ai lavoratori, con gli interventi di tre delegati dell’agricoltura, del manifatturiero e dell’edilizia, dopo aver rispettato un minuto di silenzio in memoria dell’operaio deceduto sul lavoro. La manifestazione si è svolta nel rispetto delle norme anticovid. 

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