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Rifiuti e decoro cittadino, Culicchi: «La strada è tracciata. Il mio impegno per i rifiuti zero»

Redazione
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Non servono molte parole, bastano le immagini. A Grosseto la situazione sui rifiuti è divenuta insostenibile. I comportamenti incivili dei cittadini, presenti in alcune circostanze, non bastano a giustificare l’ipocrisia di questa amministrazione nel cercare alibi, né tanto meno la volontà di ribaltare la responsabilità del disagio creato ai grossetani, puntando il dito contro gli operatori di Sei Toscana e sulla qualità del loro lavoro. Il lavaggio dei contenitori, lo spazzamento stradale, lo svuotamento dei cestini, il posizionamento dei cassonetti, la raccolta stradale e tutto quello che riguarda il mantenere una città pulita, passa attraverso il rispetto di un contratto stipulato tra Sei Toscana e il Comune di Grosseto, in cui le condizioni contrattuali influiscono alla fine sul prezzo che i grossetani devono pagare attraverso la Ta.Ri. «Basta addentrarsi tra le pagine di quel contratto per capire che se da una parte si vantano successi, dall’altra si spiegano le ragioni della critica feroce da parte della città – puntualizza il candidato a sindaco della coalizione “Partecipa!” Leonardo Culicchi – Il dato che rappresenta la pura follia e salta subito agli occhi, è quello che contrattualizza il lavaggio dei bidoni dell’umido per due volte l’anno, mentre su quello dell’indifferenziato viene effettuato una sola volta ogni 365 giorni. Gli altri, invece, come carta, plastica e vetro, non vengono mai lavati, come mai viene svolta la sanificazione dei contenitori che andrebbe fatta. Aspetti che giustificano un risparmio, cosi come l’odore nauseabondo che, soprattutto i bidoni dell’umido, emano in tutte le aree circostanti. Oltretutto lo svuotamento dei cassonetti, previsto per due volte alla settimana per l’organico e di tre per carta, plastica, indifferenziato comporta quel risultato sotto gli occhi di tutti e immortalato nelle foto che imperversano sui social, con l’accatastamento di immondizia maleodorante a incidere pesantemente sul decoro cittadino. Tutto questo per non parlare del posizionamento di bidoni e campane che, in alcune parti della città, è privo di logica urbanistica e di servizio». Poco cambia se per Grosseto analizziamo lo spazzamento delle strade: «Qua sembra sia stata adottata una strategia in cui la visibilità di propaganda la fa da padrone – aggiunge Culicchi – Abbiamo vie del centro storico in cui lo spazzamento avviene anche due volte al giorno, contrapposte a zone meno visibili, ma pur sempre abitate da cittadini che non sono diversi dagli altri, in cui la pulizia avviene una volta ogni quindici giorni, per arrivare addirittura a zone, come piazza Barsanti, in cui non esiste alcun spazzamento programmato. La situazione non migliora nelle frazioni, anzi. Istia d’Ombrone è spazzata ogni due settimane, così come Braccagni, salvo alcune vie principali interessate ogni sette giorni dal servizio». Aspetti che alla fine sfociano in un contesto di tasse cittadine difficile da comprendere: «Capire come si possa arrivare a una tariffazione puntuale in base al conferimento controllato è davvero un’impresa – precisa Culicchi – perché i cassonetti definiti “intelligenti”, non sono stati resi tali dall’amministrazione Vivarelli Colonna. Attraverso l’utilizzo di tessere si comprende quanto il cittadino faccia uso dei cassonetti, ma non cosa ci depositi al loro interno. Più utile sarebbe stato mantenere la raccolta porta a porta, almeno in quelle zone in cui i cittadini avevano ampiamente recepito il valore del corretto conferimento. Una formazione durata anni e adesso gettata alle ortiche». Culicchi poi, sposta lo sguardo verso la Grosseto del futuro: «La strada è tracciata e porta alla strategia dei rifiuti zero, sono ormai più di 40 i comuni toscani che la stanno intraprendendo. Tra questi ci sono città ben più complesse di Grosseto. Per intraprendere questa strada serve un enorme lavoro di formazione con i cittadini, coinvolgendoli in un percorso che attraverso l’impegno porterà benefici enormi alla nostra città, al nostro futuro e, infine, anche al nostro bilancio interno delle attività economiche».

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