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Appello al voto di Emanuele Perugini: “Noi siamo tutta un’altra storia!”

Redazione
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Siamo giunti alla conclusione di questa campagna elettorale per il comune di Grosseto.

Emanuele Perugini, candidato sindaco, è stato tra i primi a proporsi come sfidante del sindaco uscente Vivarelli Colonna, già dai primi mesi del 2021.

“Delle tante proposte, buone e meno buone, nuove e rinnovate, sarà a mio avviso ricordata per l’assenza di un vero dibattito, dato che la coalizione di destra che attualmente governa la città in pratica ha evitato una seria discussione con i contendenti – interviene Perugini – E’ vero che quando uno crede di essere il più forte sa che, non potendo migliorare la sua posizione in classifica, dal confronto possono avvantaggiarsi solo gli avversari, è anche vero che in politica, quando si ha poco da dire, è meglio stare zitti per non fare brutte figure, e probabilmente entrambe le considerazioni hanno pesato sulla scelta finale. Certo è che la democrazia vive di confronti, e qui si nota una palese lacuna”.

“Io e i candidati del Polo Civico e della lista Insieme per Grosseto abbiamo tutti forti difficoltà a riconoscerci in una forza politica nazionale, almeno in virtù di un ragionamento e non di un atto di fede – spiega Emanuele Perugini – Sono decenni, almeno da quando Montanelli invitò a votare turandosi il naso, che tanti in cabina elettorale mettono la croce sul meno peggio, e sempre più sono quelli che hanno proprio rinunciato a recarsi a votare. E’ a queste persone per prime a cui rivolgo il mio appello: la mia candidatura vuol proprio mettere la coerenza al primo posto. Se fossi sicuro che le forze politiche che oggi si propongono s’impegneranno realmente per realizzare anche solo la metà delle promesse che fanno, non esiterei a sostenerle”.

La Maremma conferma pertanto di non essere esente dall’impostazione tutta italiana di una politica a rimorchio dell’elettorato, incapace di anticiparne le esigenze più banali, ma “tirata per la giacchetta” di fronte alle emergenze quotidiane. Ovviamente non esiste lista che non abbia le sue pecche, ma se è facile perdonarle a chi per passione cerca di mettersi a disposizione di un progetto comune, per i cosiddetti professionisti della politica, incardinati in partiti più o meno tradizionali, il discorso cambia.

“C’è bisogno di mettere in primo piano come ho detto più volte i bisogni, la sicurezza e le necessità dei cittadini – racconta Perugini – le frazioni che oramai sono abbandonate a se stesse, la sanità, il turismo, la viabilità. Questi sono solo alcuni dei temi più importanti della nostra campagna elettorale che ci impegneremo a portare fino in fondo, dando finalmente delle risposte concrete ai grossetani”.

“Per questo io ed i cittadini che mi sostengono abbiamo deciso di proporci senza apparentamenti a nessuna forza politica, perché riteniamo che mai come oggi occorra ripartire dalla base, smetterla di credere che qualcuno arrivi da fuori a risolvere i problemi della Maremma e rimboccarci le maniche, per cominciare a crescere da soli – dice Perugini – Solo la politica fatta per passione può appassionare la gente alla politica, riattivare percorsi partecipativi, favorire il ricambio generazionale, e consentire ad un territorio di ritrovare quelle energie e quei meccanismi che servono per risolvere i problemi di tutti i giorni. Perciò guardate chi siamo e votateci per quello che possiamo fare insieme a voi, perché di idee belle ce ne sono tante, ma se affidate a persone che intendono cavalcarle per farne una professione resteranno idee per tanto tempo ancora”.

“La realtà che viviamo tutti i giorni noi grossetani certifica invece che da tanto tempo ormai i professionisti della politica al momento di prendere le decisioni più che all’interesse dei molti badano a preservare il potere, in mano a pochi – conclude il candidato sindaco Perugini –

Abbiamo dunque bisogno di uomini e donne che non affoghino nel burocratese ma con un minimo di coraggio tornino a mettere al primo posto il bene comune, e per questo, in un’Italia in cui tutti i partiti politici sono a vario titolo più o meno screditati, occorre ripartire dal civismo, che è la base della civile convivenza, e smetterla di credere che un giorno arrivi qualcuno da fuori che risolverà i nostri problemi: abbiamo avuto Leopoldo di Lorena, ora bisogna crescere noi. E noi ci proviamo. Per questo “Noi siamo tutti un’altra storia””.

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