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Dialogo con Azione Cattolica. Richieste di impegno su alcuni ambiti di azione politica

Redazione
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Marcello_Campomori.

FAMIGLIA – Oggi un primo servizio alla famiglia inizia tentando una convergenza antropologica già sulla parola. Famiglia allargata, monogenitoriale, religiosa, arcobaleno, la confusione trionfa per aver stiracchiato questa parola fino a deformarne l’immagine consolidata fino a pochi anni fa. È urgente fare chiarezza su questa cellula fondamentale della nostra comunità che incrocia gli ambiti più frequentati della nostra vita, dalla scuola ai servizi sociali, alle diverse agenzie educative, allo sport. Possono essere messe sullo stesso piano famiglie con molti figli e unioni civili che scelgono di non avere figli? Quando paghiamo in anticipo la mensa scolastica siamo sicuri che “facendo parti uguali tra diversi” (don Milani) stiamo rispettando la Costituzione?!

Usando la lente della nostra parola guida, Giustizia, e avvicinando le situazioni di disagio delle e nelle famiglie si odono chiaramente le urla dei figli, minori o maggiorenni che siano, perché sono i più indifesi. A queste voci desideriamo tendere l’orecchio tentando di tradurle in scelte efficaci e stabili. Dove il volontariato si ferma devono provvedere le decisioni degli Enti Locali a questo deputati. Sarebbe interessante calcolare il costo economico delle famiglie con coniugi separati e la speculare analisi dei vantaggi, se ci sono, generate da scelte individualiste. L’aspetto antropologico diventa decisivo: il figlio è un dono o un diritto, o peggio ancora un capriccio?

Personalmente faccio parte di un progetto di Caritas Diocesana chiamato Famiglie Solidali che ricerca l’obiettivo di avviare relazioni stabili con nuclei familiari in difficoltà. Abbiamo sperimentato che, senza l’aiuto di altri soggetti, diventa impossibile pensare la minima azione. Creare e muoversi in rete è la chiave per creare relazioni significative, ponendo la base per un sostegno lungo nel tempo. In questi anni ci siamo sentiti come supplenti di un’attenzione che un’Amministrazione deve prendere in carico anche solo con la funzione di regia e coordinamento.

Vorremmo venire incontro alle famiglie in modo proporzionale al numero dei figli con pacchetti ad hoc per l’ingresso ai musei, alle spiagge, ai teatri e al cinema, per le quote di partecipazione alla mensa scolastica, per l’ingresso allo stadio e a tutti quei servizi sociali che ormai hanno un costo difficilmente sostenibile per chi ha molti figli.

GIOVANI – Affrontando il primo punto (la famiglia) entriamo appieno nel mondo dei giovani. Più che pensate da campagna elettorale (il solito spazio per favorire la socializzazione) pare che sia completamente assente un permanente canale di comunicazione, a nostro avviso l’urgenza più stringente. Non sono politiche a fuoco d’artificio la via risolutiva. Siamo nel pieno del desiderio di Papa Francesco:

Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi” (EG 233).

Per questo motivo riteniamo opportuno che molto lavoro sia da fare insieme con coloro che maturano esperienze sul campo. Penso alle decine di animatori, capi scout, volontari, etc. che rimangono completamente esclusi dalle scelte che la politica agisce sulla comunità. Parafrasando Enzo Bianchi potremmo dire, di Enti Locali e associazioni, “mai l’uno senza l’altro”. Le soluzioni sono da trovare insieme e per questo occorre parlarci, non solo l’ultima settimana della campagna elettorale, ma con costanza. Trovo strana la timidezza con la quale si muovono le parrocchie. Possibile che il disinteresse sia arrivato a livelli così consistenti? Sembra che la chiesa debba camminare per una strada parallela e che la partecipazione alla vita pubblica faccia correre il pericolo di schierarsi nella direzione indicata da una parte dal Vangelo e dall’altra dalla Costituzione.

AMBIENTE – Per questo punto rimando alla pagina di www.grossetoalcentro.it dove abbiamo messo per esteso le nostre proposte che potremmo sintetizzare con due delle molte presentate:

1 – Introduzione del “porta a porta” su tutta la città, per arrivare alla tariffa puntuale (pago secondo il peso solo l’indifferenziato) che tenga conto delle pratiche virtuose dei cittadini nella differenziazione dei materiali e nel conferimento sempre più basso di rifiuti indifferenziati. La situazione attuale vede il Comune di Grosseto sotto scacco da un contratto firmato nel 2005 che ha validità fino al 2040 e che prevede sanzioni economiche (scaricate sulla TARI) per il mancato conferimento di una quantità costante di indifferenziata al gestore privato dell’impianto di trattamento dei rifiuti delle Strillaie. Lo si potrà fare commissionando ad un competente centro di ricerca un progetto di riconversione di tale impianto – accompagnato da un piano economico-finanziario che consenta al gestore privato di recuperare da qui al 2040 gli investimenti effettuati – affinché esso gestisca tutte le materie differenziate e il Comune possa ridurre la tariffa ai cittadini grazie all’accresciuta remuneratività dei materiali raccolti e riavviati all’industria italiana; contestualmente si potrà annullare in autotutela quel contratto.

2 – Controllo rigido sugli impianti a biogas che circondano la città (il Regolamento 46/R 2008 e successive modifiche della Regione Toscana attribuisce al Comune i controlli sulla gestione agronomica dei terreni, incluso il digestato) affinché mantengano la loro funzione originaria e non diventino causa di inquinamento, disagio e malessere per molti a vantaggio di pochi; richiedere la riaprire le conferenze dei servizi per valutare regole più stringenti e una Valutazione di Impatto Ambientale comulativa postuma, fino a valutare l’utilizzo del potere di ordinanza del sindaco per chi crea disagio alla città e a costituire il Comune parte civile per chiedere i danni ai responsabili che dovessero continuare a danneggiare la qualità della vita delle persone.

POVERTÀ ED EMARGINAZIONE SOCIALE – A questo proposito riteniamo che sia ancora più necessaria un’azione comune. La situazione ha bisogno di una lettura attenta che non può certo garantire un uomo solo al comando. L’emergenza abitativa, la povertà che non si arresta e, soprattutto, la sfiducia che corrode il futuro sono il freno a quella spinta che Grosseto merita sul piano delle relazioni sociali. Per questo abbiamo pensato che sia necessario un assessorato al dialogo interreligioso e interculturale sul modello di quello di Firenze. Lo pensiamo come un luogo dove si promuova la formazione del personale del Comune per essere davvero capace di dialogo con tutta la comunità cittadina, segnata da una massiccia presenza di persone provenienti da altri paesi. In questa campagna elettorale sembrava che non esistessero stranieri ai quali rivolgersi. Ci sembra una politica zoppa che non tiene conto della realtà. Seguendo i criteri che troviamo nella Evangelii Gaudium vogliamo riaffermare che:

“(…) occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore all’idea. Questo implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza” (EG 231).

In sostanza, troviamo forti convergenze tra queste parole e lo spirito unitario della nostra  Costituzione.

Uno sguardo al disagio sociale incontra la solitudine di molte persone anziane. La soppressione delle Circoscrizioni ha di fatto cancellato le occasioni quotidiane di socializzazione in un ambiente sentito proprio da tutti coloro che lo frequentavano. Il nome non importa, ma vanno reinventati luoghi dove giovani, adulti e anziani possano incontrarsi, al chiuso e all’aperto. Questa è l’occasione di condividere un sogno: realizzare, in ogni quartiere della città, una statua o installazione, come si dice oggi, dedicata ai nonni, per opera dei nostri giovani dell’Istituto d’arte. Un riconoscimento a coloro che da anni sono il vero welfare, l’ancora di salvataggio per centinaia di famiglie. Una società matura sa celebrare chi la tiene in vita.

Altre idee abbiamo maturato in questi anni come l’adesione a Europe Must Act, una iniziativa europea che ha radicato anche a Firenze, che si pone l’obiettivo di svuotare i centri di detenzione sparsi fuori dall’Europa che conta, con l’avvio di corridoi umanitari e con la richiesta di cancellare la decisione di finanziare questi centri di raccolta di migranti. Stiamo compiendo un crimine come Unione europea e vogliamo che Grosseto si unisca alle voci che non tollerano più un’ingiustizia di queste proporzioni.

Abbiamo chiesto all’attuale amministrazione di aderire alla rete di Enti Locali Avviso Pubblico per rinforzare le strategie per prevenire e combattere la mafia, ma il rifiuto è stato netto e senza un motivo valido. Qualcuno sarà stato contento. Il resoconto dell’osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose impone alla Toscana e a Grosseto di vigilare e prevenire.

Abbiamo preso posizione in modo netto per appoggiare iniziative tese a debellare la piaga del caporalato che vede coinvolti circa 2500 lavoratori del comparto agricolo.

In conclusione desideriamo ringraziarvi per avere chiesto un contributo ed aver ascoltato. È nostro desiderio sfruttare questa prima volta per continuare un dialogo serio e costante quando la cenere delle elezioni si sarà posata, al di là dei risultati.

Con stima per l’impegno che offrite alla città.

Marcello Campomori

per GROSSETO AL CENTRO 

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