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Distribuzione diretta dei farmaci e ruolo delle farmacie rurali. L’associazione provinciale titolari di farmacie di Grosseto scrive all’assessore Bezzini

Redazione
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Le farmacie rurali sono preziose e lo sono ancora di più in una provincia vasta e poco
popolata come quella di Grosseto, sono presidi sanitari, ma è la distribuzione dei
farmaci che le fa sopravvivere, per questo non possono essere penalizzate dalla
cosiddetta distribuzione diretta tramite le strutture ospedaliere. L’Associazione
Provinciale Titolari di Farmacie di Grosseto ha scritto all’Assessore Regionale alla
Sanità Bezzini dopo la sua risposta ad un’interrogazione sul tema del consigliere della
Lega Andrea Ulmi e dopo una mozione del PD a sostegno delle farmacie rurali.
“Notiamo che da anni – scrive l’Associazione – i pazienti vengono indirizzati a ritirare
i farmaci nei distretti al solo fine di contenere la spesa farmaceutica sul territorio a
vantaggio della distribuzione diretta. Accade molto frequentemente che il cittadino,
che potrebbe tranquillamente ritirare nella farmacia di prossimità i farmaci di cui
necessita, venga costretto a spostamenti complessi, e spesso insensati, in nome di un
risparmio tutto da dimostrare”. Secondo i farmacisti maremmani se è vero come ha
scritto l’assessore Bezzini in risposta al consigliere Ulmi che i farmaci acquistati da
ESTAR costano meno rispetto a quelli erogati dalle farmacie convenzionate, ci sono
degli aspetti che, in realtà, non li rendono così convenienti, considerandone anche il
costo sociale. “Ci dimentichiamo – sostiene l’Associazione dei Titolari delle Farmacie

  • che il farmaco avrebbe potuto essere ritirato nella farmacia ‘sotto casa’, senza
    costringere i malati, spesso anziani e fragili, a spostamenti che in alcuni casi mettono
    in grave difficoltà gli stessi, aggiungendo anche il fatto che, nell’ottica del servizio
    erogato, la fascia oraria di distribuzione è spesso insufficiente nei giorni feriali e non
    accessibile all’utenza il sabato e nei festivi”. Tutti costi che, secondo i farmacisti, se
    non vanno nel bilancio regionale vanno in quello ‘sociale e di welfare’, senza
    dimenticare che, nel computo dei costi totali dei farmaci acquistati attraverso ESTAR,
    si devono considerare anche le procedure di gara, il personale che lo distribuisce, la
    conservazione, le scadenze ed altro ancora facendoli quindi lievitare
    notevolissimamente. Per quanto riguarda il ruolo delle farmacie rurali, che hanno
    firmato anche in Maremma numerose convezioni con le ASL, l’Associazione
    Provinciale Titolari di Farmacie ricorda come “la loro sostenibilità passa attraverso il
    farmaco e che le farmacie rurali sono le più esposte a sofferenza economica qualora
    queste dinamiche distributive non venissero limitate”. In chiusura i farmacisti
    grossetani invitano l’assessore regionale a far rispettare alle ASL la Legge 40572001
    sulla distribuzione dei farmaci che dispone come “la struttura pubblica fornisca
    direttamente i farmaci, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base
    di direttive regionali, per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal
    ricovero ospedaliero o alla visita specialistica ambulatoriale”. Insomma, le farmacie
    sono pronte a collaborare con la Regione, a mettersi sempre più a disposizione per le
    vaccinazioni, a dare un contributo importante nella dematerializzazione delle ricette,
    ma chiedono di poter sempre avere il ruolo fondamentale per cui nascono e operano:
    distribuire i farmaci.
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