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Caro bollette: le testimonianze raccolte dalla Confcommercio Grosseto illustrano l’ennesima sfida per le imprese grossetane

Redazione
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Non bastava il covid, adesso l’ulteriore mannaia sulle imprese si chiama “caro bollette”.

A fare una prima, drammatica, stima è la Confcommercio di Grosseto che ha raccolto alcune significative testimonianze tra i suoi associati.

Si parte con una grande struttura come La Fattoria la Principina: nel 2019 la fattura della bolletta dell’energia elettrica del solo mese di dicembre riportava l’importo da pagare di 15.245 euro. Nel dicembre 2020, l’importo è diventato di 6.089 euro, considerate le chiusure per la pandemia. Nel dicembre 2021, sicuramente un anno simile al precedente per le difficoltà ancora connesse all’emergenza sanitaria che hanno portato ad annullamenti di cene aziendali, convegni, piccoli congressi e un minor numero di turisti, la struttura alberghiera si è vista recapitare una esorbitante bolletta della luce da 39.435 euro.

“Abbiamo pensato ad un possibile errore di lettura – spiega dalla Fattoria la Principia Daniela Bianchi – ed invece la cifra ci è stata confermata, si tratta del costo dell’energia che è andato alle stelle”.

Il grido di allarme arriva anche dai pubblici esercizi.

Alcuni hanno stimato il 40-45 per cento di rincari. “Aumenti impressionanti” li ha definiti Andrea Greco, chef e titolare della pasticceria e del ristorante il Carrettino. Per le due attività dovrà pagare 4.100 euro di elettricità al mese. Per il ristorante, l’importo della luce diventa circa 1.700 euro contro le 800 al mese di media degli anni scorsi, per il forno-pasticceria, secondo quanto spiegato da Greco, la bolletta sarà di 2.400 euro al mese, contro una media di 1.300-1.400 euro del passato.

“Considerato l’aumento dell’energia ma anche delle materie prime, a cui si sommano le difficoltà del Covid – spiega ancora Greco – da gennaio ho deciso di aprire il ristorante solo nel week end, dal venerdì alla domenica, e tutto questo con grande rammarico verso i miei dipendenti a cui tengo moltissimo, per i quali molti come me stanno facendo lo sforzo di non chiudere. Perché se facessimo il solo conto economico – conclude Greco –, il confronto tra spese e guadagni, l’attività sarebbe da aprire solamente in estate”.

Altra testimonianza, è quella dei titolari de La Rotonda di Marina di Grosseto. “A dicembre abbiamo pagato il doppio di novembre, ovvero 1.000 euro contro 500, oltretutto stando chiusi” dice Francesco Ferraris. Il locale, infatti, è stato aperto solo il giorno di Natale, mentre il cenone di capodanno è saltato per le numerose disdette a causa della situazione covid. Ferraris si interroga su ciò che accadrà nei prossimi mesi e quali prospettive ci potranno essere per le imprese.

Alcuni provano a schivare il colpo.

Stefano Mangiavacchi, dell’omonimo panificio, spiega di aver bloccato il prezzo delle bollette attraverso un consulente di energia e gas. “Il problema c’è comunque ed è reale – commenta Mangiavacchi – la preoccupazione è tanta perché i costi stanno aumentando troppo, compresi quelli delle materie prime. La media di spesa è del 40 per cento in più, olio compreso. Quindi, dopo essere riusciti a mantenere prezzi stabili di pane ed affini per circa 15 anni – continua Mangiavacchi – siamo stati costretti ad aumentare i prezzi del 15 per cento, e se questo è l’andamento, dovremo fare probabilmente un ulteriore ritocco a marzo”.

“Ogni giorno riceviamo dagli associati segnalazioni – spiegano dalla Confcommercio di Grosseto – di situazioni di grande difficoltà di fronte all’ennesima sfida per le nostre imprese. In fondo, non ci interessano i motivi di questa impennata dei prezzi, vogliamo solo veloci soluzioni. Chiediamo che lo Stato intervenga al più presto; le imprese si sentono davvero abbandonate ad un destino che sembra, a questo punto, segnato”.

Secondo Confcommercio, la questione va risolta in maniera strutturale, per esempio investendo i soldi del Pnnr per rendere il nostro Paese indipendente dalle forniture estere di energia.

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