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Arcidosso non dimentica. In occasione della Giornata della Memoria l’amministrazione ricorda il rastrellameno degli ebrei del dicembre 1943

Redazione
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In occasione della XVII Giornata della Memoria, istituita dall’Assemblea generale della Nazioni Unite nel 2005 per commemorare le vittime dell’Olocausto, in ricorrenza del giorno della Liberazione, da parte dell’Armata Rossa, del campo di concentramento di Auschwitz, l’Amministrazione Comunale di Arcidosso intende esprimere a nome dell’intera comunità la più profonda vicinanza alle famiglie dei 35 cittadini di origine ebraica che furono oggetto, proprio nel nostro territorio, di rastrellamenti da parte delle milizie nazifasciste nel 1943.

Arcidosso era stato individuato come campo di internamento libero e numerose famiglie (sia italiane che straniere) vi furono trasferite d’autorità in attesa di individuare ulteriori destinazioni. Il 12 dicembre 1943 tutti i cittadini ebrei vennero arrestati e deportati prima a Roccatederighi, poi alcuni al campo di prigionia di Fossoli (MO) ed altri al castello di Scipione di Salsomaggiore. Ben 23 di questi cittadini furono infine deportati al campo di concentramento di Auschwitz Birkenau da cui soltanto uno riuscì a far ritorno.

Ma non vogliamo ricordare solo i cittadini ebrei. Un altro triste capitolo della Seconda Guerra Mondiale è stato quello relativo alla sorte dei Militari Italiani dopo la firma dell’Armistizio del 8 settembre 1943. Tra questi c’era l’arcidossino Giuseppe Minucci che, come soldato di leva, si trovava in Albania, in un piccolo contingente militare presso l’aeroporto di Tirana, quando fu firmato l’armistizio. Fatto prigioniero dalla Wermarcht, si dichiarò non collaborante e perciò venne destinato alla deportazione in Germania. Attraverso un lungo viaggio in treno, in un carro bestiame, stipato con altri prigionieri, dai Balcani al centro e al nord Europa, è arrivato in Sassonia, nella Germania est, dove è stato destinato al campo di Altengrabow, Stalag XI A, come internato militare. Nonostante le condizioni estreme di prigionia per malattie, per freddo, per denutrizione, per punizione, è riuscito a sopravvivere e venne liberato dall’esercito russo, nella primavera del’45. 

In ricordo di questo nostro concittadino (classe 1921 e deceduto nel 2014), con una cerimonia a palazzo Medici Riccardi di Firenze, oggi 27 gennaio gli verrà conferita la Medaglia d’Onore che verrà ritirata dalla figlia Antonella. Si tratta di un’onorificenza istituita con la legge 296 del 2006 riservata ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti.

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