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Acconciatori ed estetiste: “Non vogliamo far pagare le conseguenze del caro-energia ai nostri clienti”

Redazione
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l caro-energia impatta su famiglie e imprese, come dimostra anche la recente ricerca del centro studi di Cna che rileva che il 95% degli artigiani ha subito questo rincaro e ne teme le conseguenze, ma su alcune attività questo impatto ha esiti più preoccupanti che per altri. Il 25,7% delle aziende intervistate, infatti, appartiene al settore dei servizi alla persona che rischiano di vedersi costrette anche ad aumentare il costo per il cliente finale.

“Lo scorso anno – spiega Matteo Ancarani, presidente degli Acconciatori di Cna Grosseto  – il prezzo dell’energia elettrica è aumentato del 222,4% rispetto al 2020 e questo si è tradotto in bollette più che raddoppiate. Fronteggiare un nuovo aumento senza intaccare il listino prezzi diventa davvero complicato ed è necessario trovare una soluzione perché il nostro intento non è solo quello di mantenere in vita le nostre attività, ma anche di tutelare il cliente, garantendo la stessa qualità di servizi senza essere costretti ad aumenti di prezzo”.

Il 56,4% delle imprese dei servizi alla persona afferma che manterrà invariati i propri listini, benché il timore di una diminuzione dei profitti appaia più diffuso (79,2%) che per altri settori, anche a fronte del fatto che i servizi alla persona rientrano tra quelle attività che, più di altre, hanno subito le restrizioni sociali necessarie per contrastare la pandemia.

Il timore maggiore è quello di essere costretti a ridimensionare la propria attività per far fronte agli aumenti. “Cosa che non vogliamo – precisa Catia Mazzarocchi, presidente dei centri estetici associati a Cna Grosseto – nell’interesse dei nostri clienti, che hanno diritto ad avere prestazioni qualificate, ma anche dell’intero settore che si sta riprendendo ora dalle conseguenze legate non solo alle chiusure imposte, ma anche alla paura del contagio. Un timore spesso immotivato perché siamo abituati a lavorare nella massima sicurezza e rispettando le regole”.

Per Cna, quindi è necessario individuare rapidamente soluzioni strutturali: “Le nostre imprese  – commenta Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto  – hanno suggerito, ad esempio, di potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili o, come dice Il 77,3% degli artigiani intervistati, di assicurare una effettiva concorrenza nel mercato dell’energia elettrica”.

C’è anche da considerare che i maggiori costi dell’energia gravano di più sulle micro e piccole imprese rispetto alle aziende di grandi dimensioni: dallo studio di Cna, infatti, emerge che la distribuzione degli oneri generali di sistema è fortemente iniqua, poiché le imprese più piccole supportano il 49% del gettito complessivo.

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