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Lettera aperta del Presidente dell’ANCE Grosseto ai Parlamentari locali, indicando la linea dell’Associazione in merito alle più rilevanti e attuali tematiche della categoria dei costruttori edili

Redazione
9 Min Read

In un momento così particolare, da definirsi quasi storico, alcune riflessioni da
parte datoriale del settore edilizia.
Dopo lunga crisi congiunturale, all’inizio di una debole ma incoraggiante ripresa,
è sopraggiunta la pandemia.
Nonostante questo, grazie ad innovative ed opportune normative parlamentari,
la ripresa è poi quasi esplosa maturando, in poco tempo, più domanda che
disponibilità di offerta lavoro.
Il fermo attività causato dal propagarsi ovunque del virus, ha fatto si che
mutassero in maniera consistente gli equilibri di mercato sui materiali più
comuni.
A tutto ciò si è aggiunto adesso anche il conflitto che sta interessando
direttamente ed indirettamente l’intero pianeta, in particolare anche l’Europa
Il mercato – come suddetto – si è decisamente complicato sia per
l’approvvigionamento dei materiali che per l’aumento, in taluni casi
esponenziale, del costo di molti prodotti necessari in edilizia e comunque anche
di prodotti primari quale gas e petrolio.
Tutto ciò rende incerto un futuro prossimo dove, al contrario, la stabilità sarebbe
stata necessaria per una ripresa strutturale.
Le imprese che sono riuscite a superare la lunga crisi – nella maggioranza dei
casi – per poter proseguire e strutturarsi hanno dovuto obbligatoriamente
attingere a risorse economiche con finanziamenti da istituti di credito.
Finanziamenti e prestiti a cui però debbono ovviamente far fronte nei prossimi
anni.
In tutti i settori, ma in quello dell’edilizia in particolare, la programmazione è
condizione essenziale per poter procedere nella propria attività.
L’acquisto di mezzi e macchinari, la ricerca, l’assunzione e la preparazione
delle proprie maestranze sono elementi imprescindibili per le imprese
professionali, strutturate e che vogliono crescere.
Purtroppo ci sono fattori che non riescono a stabilizzare, come detto, i mercati.
Ma ciò che più ha nociuto negli ultimi anni le imprese di costruzione, è la
continua modifica alle “normative” che regolano il settore edile privato e
pubblico.
Riteniamo che ci sia un modo di legiferare e di gestire le “regole in corso”
assolutamente sbagliato e da rivedere.
Esempi più recenti: Il Codice degli Appalti e dei Contratti che ha subito
numerose modifiche con continue interpretazioni da parte dei vari Ministeri e
dall’ ANAC, un eccesso di normative giurisprudenziali fra TAR e Consiglio di
Stato, una sovraproduzione di circolari e quant’altro.
A tutto questo, nell’edilizia privata, si sono aggiunte le normative sui bonus
fiscali, specie il superbonus 110%, dove abbiamo potuto verificare un
susseguirsi d’interventi dei Ministeri, degli interpelli della Agenzia delle Entrate e
dell’ENEA per un numero che va oltre i mille, da quando si è diffusa la
normativa.
In merito al legiferare del nostro Parlamento ed all’uso dei decreti legge
governativi contestiamo due aspetti.
Il Codice degli Appalti, e non solo, è stato impostato nel suo insieme
presumendo la presenza di malaffare in ogni procedura, specie quando si tratta
di rapporto pubblico-privato.
Di conseguenza è stata elaborata una normativa così farraginosa che ha
prodotto metodi di applicazione incerti e complessi da penalizzare le imprese
serie e strutturate, mettendo in difficoltà anche le stazioni appaltanti senza
riuscire, per altro, ad ottenere lo scopo di togliere quella percentuale di casi
malavitosi che c’erano e continuano ad esserci, ma in percentuale molto ridotta
e che in genere interessano le grandi opere.
Il risultato è che per cercare di “colpire” pochi casi, si è di fatto messo il settore
edile, le aziende e gli enti pubblici, in condizione di disagio e difficoltà.
Le imprese chiedono un nuovo Codice più semplice e con un unico
regolamento chiaro per la sua applicazione.
Per questo guardiamo con attenzione gli sviluppi della legge delega sugli
appalti – al momento in discussione in Commissione Lavori pubblici del Senato –
inserita nelle necessarie riforme per raggiungere gli obiettivi del PNRR, in
attesa della riscrittura del Codice Appalti affidata al Consiglio di Stato.
In merito ai bonus, rivendichiamo norme equilibrate e stabili almeno per alcuni
anni, in modo che le aziende possano mettere in atto una adeguata ed
efficiente programmazione.
Altro aspetto negativo nel modo di legiferare in questo nostro Paese è quello di
farlo a volte nella “emotività del momento”.
Osserviamo nuovamente che per il superbonus 110% sono state previste delle
procedure complicatissime, modificate di continuo e come Associazione
abbiamo constatato che servono oltre sessanta documenti per ottenere il
credito fiscale.
Vale osservare che per altri tipi di bonus abbiamo ritenuto che la
documentazione per accedervi fosse insufficiente, in particolare per il bonus
facciate dove sono emerse le più eclatanti truffe scoperte – in ambito nazionale –
dagli organi di vigilanza e di investigazione fiscale.
.
A fronte della verifica sulle truffe si è intervenuti con un decreto legge che nella
sua immediata applicazione ha penalizzato, impedito e fermato la possibilità di
cessione multipla del credito fiscale magari maturato dalle imprese con lo
sconto in fattura, generando di fatto un blocco alle procedure ed ai cessionari a
causa dell’incertezza legislativa provocata.
Anche in questo caso per colpire una minoranza di operatori economici, si è
messo in grosse difficoltà molte imprese di costruzione.
Il non poter trasferire i crediti maturati ha tolto finanze essenziali alla stragrande
maggioranza delle aziende che non sono riuscire a soddisfare i “fine mese”,
non potendo corrispondere stipendi, soddisfare i contratti con i fornitori,
provvedere ai contributi.
Rivendichiamo più attenzione e rispetto per chi opera con serietà in questo
nostro settore.
Da tempo come Associazione lamentiamo e contestiamo questi aspetti, perché
si distingua gli operatori seri che hanno fatto investimenti, da finte imprese che
drogano un mercato già difficile per chi, opera con il rispetto della buona e
corretta conduzione della propria azienda.
A seguito delle normative che prevedono le agevolazioni per i bonus,
sorprendentemente sono state costituite in Italia molte nuove imprese edili.
Solo in Toscana nell’anno 2021 sono state 520, in Italia nel secondo semestre
dello stesso anno 11.563.
La maggioranza, circa il 60%, sono nuove ditte edili senza figure che abbiano
esperienza del settore.
Come ANCE da tempo rivendichiamo una normativa che, come per altre
attività, preveda la dimostrazione di possedere alcuni requisiti per esercitare
l’attività edile nell’interesse delle committenze, nel rispetto delle regole, della
qualità e, più importante, della sicurezza nei cantieri.
Sappiamo che per esercitare accedere alla professione di agente immobiliare
occorre superare esami complessi di diritto, estimo ed altro e per chi le case le
costruisce non è richiesta alcuna preparazione specifica.
In riferimento ai bonus deve essere anche evidenziato che trattasi di interventi
che possono essere paragonati a quelli pubblici considerando che i bonus
fiscali di fatto sono somme “date” dallo Stato.
E’ noto che nel 2021 ci sono state 4,8 milioni di cessioni del credito, per un
ammontare di 38 miliardi di valore.
Come Associazione abbiamo richiesto che a questi interventi venissero
equiparate le regole di qualifica sulle imprese, come previste per gli appalti
pubblici.
Se fossero state emanate queste normative, sicuramente non ci sarebbero
state le truffe riscontrate.
Il recente decreto antifrodi ha incluso alcuni articoli che sono stati ispirati anche
dall’ANCE, ed adesso aspettiamo che i suoi effetti nel mercato producano il
superamento del ritardo nelle cessioni dei crediti.
Le nostre imprese edili, troppo spesso considerate speculatrici e senza
rispetto verso l’ambiente, hanno da tempo avviato un processo di
organizzazione aziendale orientato alla sostenibilità, alla economia circolare,
alla qualità della vita, ai criteri minimi ambientali, alla rigenerazione,
correlandosi alla sempre più crescente sensibilità diffusa in questo senso nella
gente comune, nelle persone.
Sappiamo di essere un settore importante per la ripresa economica, sociale e
per il miglioramento di vita di questo Paese.
Sappiamo che per riqualificare le nostre città sarà necessario sempre di più
coordinarsi fra pubblico e privato, ma occorrerà fare tutti un salto di qualità,
dove ci sia ascolto reciproco, riconoscimento e rispetto per ogni ruolo.
Non sempre è così al momento.

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