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Grazie all’idea di un insegnante, nella parrocchia di Santa Lucia è partita una “scuola” di lingua italiana con cinque insegnanti volontarie L2 (per stranieri)

Redazione
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Tra le iniziative di solidarietà che stanno nascendo sul territorio, dirette a favorire il più possibile l’accoglienza di cittadini ucraini in fuga dalla guerra, ce n’è una che è appena partita: una “scuola” per imparare i rudimenti della lingua italiana.

L’idea è nata ad un insegnante delle scuole superiori, Marco D’Aquino, che con la famiglia ha accolto due mamme con quattro figli, nipoti della badante che assiste una parente. E, proprio in forza di questa convivenza, si è reso conto che l’ostacolo primario e più grande è quello della lingua. «Sì – dice – esiste il traduttore, ma è veramente una fatica capirsi, e nei momenti insieme si avverte il disagio della comunicazione».

E’ così nata l’idea di dare vita ad un piccolo corso di lingua italiana, naturalmente gratuito, rivolto agli adulti ucraini. “Appoggiandomi alla parrocchia Santa Lucia,che ha dato la disponibilità dei locali – racconta d’Aquino – il corso è partito lunedì 14 marzo, un’ora al giorno, con un gruppetto di
cittadini ucraini: donne, giovani, un uomo. La parrocchia, in particolare l’Ordine Francescano Secolare e la Gioventù Francescana, da parte loro, si sono messi in moto per reperire l’occorrente: quaderni, penne, una lavagna … ed hanno realizzato un cartellone di benvenuto! Da parte mia, ho avuto la disponibilità di cinque insegnanti di L2, provenienti da ordini di scuola diversi, che hanno avuto esperienza di insegnamento ad immigrati adulti. Non è facile insegnare l’italiano a persone che conoscono solo l’ucraino ed il russo, con alfabeto cirillico, quindi 
– precisa – Al momento il corso attivato è già saturo di posti. Vediamo se sarà necessario replicare questo modello sulla base di ulteriori richieste che potrebbero arrivare. Intanto in questi giorni lo stiamo testando».

Per noi – dicono da parte loro gli adulti dell’Ofs e i giovani della Gifra – è un piccolo segno di accoglienza che possiamo dare. Far trovare la stanza in ordine, col materiale necessario e magari anche uno cioccolatino, è un modo per dire a questi fratelli che ci siamo e desideriamo che la loro permanenza tra noi, lunga o breve che sarà, possa farli sentire meno spaesati e soli”.

Coloro che volessero segnalare nominativi di cittadini ucraini interessati a partecipare ad un corso, possono scrivere a info@diocesidigrosseto.it.

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