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Energia: diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Italia Viva e il rigassificatore di Piombino

Redazione
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Il Parlamento Italiano ha approvato un piano per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e per raggiungere l’autosufficienza dal gas russo entro il 2024. Di questo piano fanno parte la collocazione di impianti di rigassificazione di cui Piombino è uno dei siti previsti. Il Governo ha individuato Piombino con il supporto di motivazioni tecniche legate alla tempistica più rapida dell’operazione a differenza di altre destinazioni. La scelta di Piombino circola da mesi nel dibattito pubblico e negli atti Parlamentari e nessuno ne ha confutato anzitempo le motivazioni tecniche addotte. 

È noto a tutti che siamo di fronte ad una scelta di competenza dello Stato Nazionale che riguarda la sicurezza energetica dell’Italia. 

Una scelta che crea chiaramente preoccupazioni come ogni scelta che contempla l’installazione di impianti a rischio rilevante con cui, tuttavia, non si può non fare i conti.

Pensare che localmente si possa decidere su queste materie significa illudere le persone agendo sulle loro  preoccupazioni.

Il Governo ha competenza esclusiva su questi temi, semmai occorrerebbe sia fugare i temi aperti nel percorso autorizzativo sia avviare una politica sul rilancio economico di questa parte di Toscana. 

Considerato che è stata esclusa qualsiasi installazione di impianti offshore è evidente che la discussione si sposterà su un terreno progettuale per valutare puntualmente tutte le implicazioni e le problematicità della soluzione individuata sotto il profilo della sicurezza, sia per la potenziale interferenza con le altre attività economiche portuali. Su questo occorrerà ovviamente la massima attenzione tecnica di tutti gli enti preposti. 

Il punto vero è che sul  territorio è palpabile un sentimento diffuso di sfiducia che è intimamente legato alla crisi industriale e occupazionale vissuta da molti anni. Una sfiducia verso il futuro che è anche, purtroppo, una sfiducia verso la capacità di risposta dello Stato per i problemi tuttora irrisolti, in particolare per la bonifica e il riuso produttivo delle aree inquinate oltre che sul futuro della siderurgia. 

Una sfiducia che necessita, semmai,  di una risposta di governo vera e concreta, non di una presa d’atto. 

Per questo è determinante costruire un accordo che affronti una volta per tutte i nodi irrisolti del territorio sul piano ambientale ed economico. Di questo si sta occupando il Presidente-Commissario Giani come è emerso dagli organi di informazione.

Rilevato che questa scelta è di competenza nazionale il territorio ha due strade davanti a sé: o testimoniare una contrarietà che rischia però di essere velleitaria e non incisiva o porre e affrontare contestualmente la risoluzione dei problemi del territorio con un piano di concreti investimenti pubblici e privati. 

Al di là di ogni posizionamento politico sia delle forze contrarie localmente e nazionalmente e soprattutto di coloro che sono contrari localmente ma favorevoli a tutti gli altri livelli, la realtà vera a cui nessuno può sfuggire è che la scelta venga comunque fatta con il rischio che il territorio giochi un ruolo marginale. Questo è lo scenario che rischia di stare di fronte a noi.

Se c’è in corso un lavoro del Presidente Giani si dia un contributo, lo si espliciti, si discuta un piano con le compensazioni ambientali come hanno fatto a Ravenna e quindi lo si sostenga senza ambiguità. Questo lo diciamo soprattutto alle forze che governano a livello nazionale.

Coordinamenti Italia Viva Val di Cornia–Elba, Colline Metallifere, Grosseto, Livorno-Val di Cecina

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