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L’ANCE ha sempre promosso le azioni con premialità fiscale che potessero
sostenere il settore delle costruzioni edili.

Redazione
4 Min Read

La nostra Associazione ha continuamente valorizzato l’uso dei bonus in edilizia,
allo scopo di dare lancio ad un settore tipicamente anticiclico, con particolare
riferimento ai crediti fiscali che potessero portare utilità alle imprese, agli
operatori economici ed ai consumatori.
Vale osservare un dato tra tutti: nel + 6,6% del PIL dell’anno passato, due punti
sono derivati dal peso del rilancio economico in edilizia. Questo si evidenzia
anche a livello provinciale.
L’introduzione dei bonus fiscali con la possibilità della cessione del credito e
relativa monetizzazione, ovvero della loro compensazione nelle dichiarazioni
dei redditi o nelle tasse e contributi delle imprese in più anni, hanno contribuito
a rivitalizzare il settore, sia in termini occupazionali, finanziari, economici che
nei valori complessivi dell’IVA.
Ma nell’attualità a fronte di bilanci consuntivi sicuramente migliorati, le imprese
subiscono una congiuntura molto negativa a causa soprattutto dell’assenza di
liquidità.
La situazione evidenzia molte imprese che hanno i cassetti fiscali colmi di
crediti d’imposta, avendo offerto lo sconto in fattura, ma che non riescono a
monetizzare dopo che dal mese di novembre sono cambiate le regole.
Di fatto, molte banche e soprattutto la Cassa Depositi e Prestiti e le Poste,
hanno chiuso o fortemente limitato l’acquisto dei crediti delle aziende, pertanto
gli incentivi – che per le imprese rappresentavano una leva per la loro ripresa
atta a formare anche mano d’opera – stanno rischiando di far destrutturare tutto
il sistema della filiera non solo dei costruttori, ma dei produttori di materiali, dei
professionisti e dei consumatori.

Numerose imprese associate si sono rivolte alla nostra organizzazione per
lanciare questo grido di allarme, che potrebbe determinare crisi aziendali di
difficile risoluzione.
Occorre pertanto una inversione di tendenza, una presa di posizione risolutiva
con azioni ed atti concreti che nell’immediato riaprano le acquisizioni dei crediti

  • soprattutto da parte del circuito bancario e degli operatori economici
    professionali – anche perché il tema dell’esaurimento del plafond per il 110%
    non risulta da documenti ufficiali.
    L’ANCE ritiene che debba essere messo un punto fermo che non vanifichi
    quanto fatto fino adesso e su cui tutte le Associazioni imprenditoriali del settore,
    i sindacati e le forze politiche parlamentari sono d’accordo.
    Sarà indispensabile portare a soluzione i lavori avviati, i cantieri aperti, – sia per
    i singoli proprietari che per i condomìni – per evitare la loro chiusura o
    sospensione da parte delle imprese, in attesa di prossimi decreti attuativi.
    In particolare per il 110%, ma anche per gli altri bonus edilizi, ci sono regole
    ancora più stingenti, tra cui l’obbligo dell’applicazione del contratto dell’edilizia
    per lavori di determinato importo.
    Dovremmo lavorare su una misura non più eccezionale ma strutturale, con
    incentivi ottenibili, norme certe e regole precise che favorirebbero anche gli
    utenti per interventi edilizi correlati al rendimento energetico.
    La nostra Associazione ha avviato da tempo un’importante campagna di
    sensibilizzazione e di assistenza, ponendosi in antitesi totale agli episodi di
    frode e di truffe che hanno determinato una falla nel sistema, soprattutto a
    discapito dell’imprenditoria sana e professionale.
    Per questo come ANCE Grosseto richiediamo che debba essere incentivata la
    proposta di affidare lavori sopra una determinata soglia correlati ai bonus fiscali,
    ad imprese qualificate per andare oltre la sola iscrizione alla Camera di
    Commercio.
    La nostra imprenditoria rappresentativa è disponibile a tavoli di confronto e nei
    prossimi giorni l’ANCE si incontrerà con il Ministro delle infrastrutture per
    cercare una definitiva strategia operativa.
    In particolare verranno approfondite: la questione del blocco per la cessione dei
    crediti, le procedure per evitare che si cambino regole in corsa a causa della
    presunzione di reati, tutto questo anche per evitare che il settore si destrutturi e
    non sia in grado di offrire un valido supporto all’estensione del Piano Nazionale
    di Ripresa e Resilienza e le sue opportunità locali.
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