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“Le Voci della Storia”, appuntamento con “Paride Pascucci: un pittore, una vita” 

Redazione
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Giunta alla sua quarta edizione, la rassegna “Le Voci della Storia”, ideata e diretta dal direttore dei Musei Civici di Manciano e Saturnia Massimo Cardosa, presenta una lettura scenica con musica dal vivo dal titolo “Paride Pascucci: un pittore, una vita”, in programma domenica 7 agosto alle 18 in piazza Magenta a Manciano. La rassegna, promossa dal Comune di Manciano attraverso il Museo Diffuso della Comunità Mancianese (Musei Civici di Saturnia e Manciano) e la Biblioteca Antonio Morvidi, in collaborazione con Teatro Studio di Grosseto e con il supporto del Circolo Arci Manciano, anima i nostri territori attraverso cicli di conferenze, visite archeologiche animate da performances teatrali, conferenze-spettacolo, in cui storia, archeologia, letteratura, teatro si intrecciano, interagiscono, per suggerire emozioni, suscitare ricordi e soprattutto ricostruire e fornire spaccati di storia generale e del territorio ad un pubblico via via sempre più attento e numeroso. “Paride Pascucci: un pittore, una vita” è una lettura scenica con canzoni e musica dal vivo nata da una pièce teatrale di Maria Modesti a cura di Enrica Pistolesi. “Persino nell’attimo supremo e delirante della fine – spiegano i curatori della rassegna – il grande pittore mancianese si inebria del cielo infuocato di un tramonto maremmano. Le sue opere hanno sempre rappresentato la nostra gente, la durezza del lavoro dei campi e del vivere in una terra spesso ostile. Ed è proprio questo il senso del lavoro di lettura scenica portato in scena dal Teatro Studio, sotto la direzione di Enrica Pistolesi che ne ha curato l’adattamento e la regia: trasmettere attraverso le parole poetiche del testo, la passione bruciante che ha pervaso la vita di Paride Pascucci e che il pittore, dal carattere schivo e solitario, ha riversato nei suoi quadri dalla pennellata dura e dai colori aspri, regalando al popolo di Manciano e a chiunque vorrà riempirsene gli occhi, l’espressione più forte e profonda del suo amore per la Maremma”. Gli interpreti sono: Mirio Tozzini, Enrica Pistolesi, Daniela Marretti (voci recitanti); Paolo Mari (adattamenti musicali e chitarra); Luca Pierini (voce), Enrica Pistolesi (rielaborazione del testo e regia). 

PARIDE PASCUCCI 

Nato a Manciano il 30 settembre 1866, Paride Pascucci ebbe fin da giovane un rapporto tormentato con la sua città natale. Rimasto orfano della madre all’età di sette anni ebbe un pessimo rapporto col padre: gracile di costituzione, introverso e sognatore era infatti da questi considerato un perdigiorno. È questo l’incipit di un bellissimo approfondimento sulla figura di Paride Pascucci, sull’artista, sull’uomo e sulla sua vita svoltasi in un contesto familiare e culturale che non saprà accogliere il suo estro, il suo essere fuori dagli schemi, la sua sensibilità e diversità, curato da Massimo Cardosa nel suo Manciano: guida al centro storico. Paride Pascucci studiò all’Accademia di Belle Arti di Siena, dove venne ammesso nel 1882. Pochi anni più tardi entrerà nell’Alunnato Biringucci, dopo aver vinto una borsa con un’opera di soggetto biblico: Adamo ed Eva cacciati dal paradiso terrestre. Collaborò fino al 1917 con Cesare Maccari alla decorazione del Santuario di Loreto e alla realizzazione di affreschi nel Palazzo di Giustizia a Roma. Tornato a Manciano, avviò una produzione pittorica tutta incentrata sulle misere condizioni di vita dei contadini locali. 

NOTE SULL’AUTRICE 

Maria Modesti, nasce a Manciano (Grosseto) nel 1947, poetessa ed autrice teatrale, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra le quali le raccolte di poesia Nel silenzio (1995, segnalata al Premio Montale 1996), Su uno spartito (2003, Premio Circe Sabaudia 2004), Praga: un sogno, una città con incisione di Pietro Paolo Tarasco e nota critica di Mario Luzi (2004), la silloge Il seme della vita (in Nuestra Voz, Comité de Escritoras del P.E.N. Club Internacional, Biblioteca de Textos Universitarios, Santa – Argentina, 2005),  Zakynthos (2007), Corpus (2010) e Preannunci e marine (2012) con prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti, La bellezza selvaggia (2015), Scintille nel buio (1018, Premio Speciale della Giuria al Premio Casentino 2019), Oltre le tenebre con l’artista Marco Nereo Rotelli (2020) e La linea d’oro (2021). Con Marco Nereo Rotelli ha collaborato alla Biennale di Venezia, a quella di Carrara e alla ‘Poetry for Peace’ di Seoul. Nel 2005 è tra i poeti scelti dalla Commissione Italiana per l’UNESCO ‘Poesia oltre il confine’. Tra le sue altre pubblicazioni il saggio Finzione e verità nel teatro di Mario Luzi (2005) e le raccolte di racconti L’Angelo (2006), Il sogno dell’upupa (2011), Silenzi d’arabesco (2016), la memoria – ritratto Sui passi di Mario Luzi (2018) con prefazione di Marco Nereo Rotelli. Notevolissima la sua produzione teatrale con le pièces Amarissima la ricordanza (coprodotta dal Centro Nazionale di Studi Leopardiani, Recanati, Bicentenario Leopardiano 1998), Libellula (con Elisabetta Pozzi, Teatro Festival di Parma 1999; in Sipario, 2000), Pilla, un sogno perduto (con Marisa fabbri , regia di Fabio Battistini, Recanati, 2001; in Sipario 2001), Maneja (Sipario, 2003) ed Antigone; le due raccolte Voci e suoni della Maremma con testi tra cui Paride Pascucci: un pittore, una vita  e L’unità d’Italia: Olinto e Pietro Aldi  (2014) messi in scena dal Teatro Studio nel 2011, e Nel cuore delle parole con le pièces San Paolo: il dramma di un uomo e Una luce: Santa Teresa d’Avila (2019). L’opera teatrale Medea, la straniera (Premio Letterario Internazionale G. Rohlfs, E. Mosino, A. Karanastasis, 2019), è stata pubblicata e tradotta nella parlata calabro – greca. Fa parte della trilogia: Antigone, Medea e Fedra. 

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