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Nella seconda giornata di Festambiente, al centro del dibattito la sfida della sostenibilità per il benessere animale come arma di contrasto alla crisi climatica

Redazione
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 A prendere parte alla conferenza stampa svoltasi nel format mattutino della manifestazione nazionale di Legambiente sono stati Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente; Jacopo Gabriele OrlandoAgricultural Public Affairs, Impact & Sustainability Manager Gruppo Aboca; Antonino Morabito, responsabile fauna Legambiente; Maria Grazia Mammuccini presidente nazionale Federbio; Giuseppe Capano, chef e consulente alimentare. A coordinare l’appuntamento Angelo Gentili, responsabile nazionale Legambiente agricoltura. 

“L’occasione di partecipare a Festambiente e a un evento sulla zootecnia sostenibile è per noi molto importante – ha dichiarato Jacopo Gabriele Orlando, dell’Agricultural Public Affairs, Impact & Sustainability Manager del Gruppo Aboca – La nostra è un’azienda storica operante nel settore del biologico, della coltivazione di piante officinali e della salute che ha intrapreso anni fa un percorso di ampliamento verso un nuovo settore che prevede l’integrazione verticale della filiera, a partire dall’allevamento brado dei suini e bovini fino alla trasformazione di prodotti 100% naturali e certificati biologici. Il nostro approccio si basa sulla possibilità di realizzare un allevamento differente rispetto al modello convenzionale, un allevamento brado, estensivo, che fa della sostenibilità ambientale e del benessere dell’animale punti di forza essenziali anche rispetto poi alle caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto. Questo percorso che abbiamo intrapreso con Legambiente per noi è molto importante, perché ci consente di portare all’esterno la conoscenza maturata in questi anni e di creare un modello che possa servire da riferimento per l’intero settore, in un momento in cui è sempre più importante riferirsi al tema della sostenibilità e a un reale benessere degli animali in ambito zootecnico”.

“Pensiamo che sia importante – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile nazionale di Legambiente agricoltura – lanciare un messaggio forte nei confronti delle situazioni distorte legate all’allevamento intensivo. Allo stesso tempo, non si possono demonizzare tutti gli allevatori, c’è una grande differenza tra chi alleva con la stabulazione libera, con i pascoli e poi con la produzione di qualità legata ai caseifici e tra chi non lo fa. Non sarebbe dignitoso metterli tutti sullo stesso piano. I problemi nascono quando gli allevamenti sono senza terra, un allevamento senza terra equivale a un percorso industriale dove l’animale nasce in una scatola ed esce solo al momento in cui deve essere macellato: è un processo distorto. Noi vogliamo cambiarlo e far capire che ci sono processi virtuosi che possono essere innestati. E da Festambiente oggi ne lanciamo uno con un gruppo come Aboca”.

Per Legambiente il modello di allevamento convenzionale presenta un tema etico non irrilevante: serve adottare un approccio che tenga insieme la giusta attenzione al consumatore e le problematiche legate all’impatto della zootecnia sulla sostenibilità e sul benessere animale.

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