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Salute, i medici fiorentini alla politica: “Più assunzioni e presenza sul territorio”

Redazione
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 “La pandemia ci ha mostrato più che mai l’importanza di avere di un sistema sanitario forte, basato sulla rete delle professionalità, della cooperazione e del valore umanoOggi siamo a chiedere alla politica e alle istituzioni di impegnarci insieme a costruire un apparato migliore, in grado di rispondere alle questioni del presente e soprattutto per arrivare pronti alle battaglie del futuro. Sono almeno due gli elementi necessari per garantire alla cittadinanza un’assistenza sempre più puntuale e di qualità: potenziare gli organici e avere una presenza capillare della medicina territoriale. Due facce della stessa medaglia, per poter prendere in carico al meglio i pazienti e non creare pressione sul sistema ospedaliero. Investiamo le prossime risorse sull’aumento dei medici e nella creazione di nuovi spazi di cura intermedi“.

A dirlo è stato Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze in occasione dell’evento “La questione medica in Toscana” tenutosi oggi nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Un convegno per discutere dei problemi e del futuro della sanità regionale, che ha riunito decine di rappresentanti del settore medico, esponenti della politica e delle istituzioni. Tra i presenti, Dario Nardella, sindaco  di Firenze, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Simone Bezzini, assessore alla Sanità della Regione Toscana, Rocco Donato Damone, direttore generale AouCareggi a Firenze, Paolo Morello, direttore generale Ausltc, Federico Gelli, responsabile della Direzione Sanità, Welfare e Coesione Sociale Regione Toscana, Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici.


“Oggi l’errore sarebbe credere che i rischi per la salute, visto l’andamento del Covid, siano tutti alle spalle. Adesso è il momento di progettare e rafforzarci. Lo potremo fare – aggiunge Dattolo – anche grazie ai fondi del Pnrr, ma è fondamentale la cooperazione. Gli ospedali così come la sanità del territorio hanno bisogno di maggiori assunzioni per rispondere alla domanda crescente di cura e di prevenzione della popolazione. Dobbiamo puntare sulle risorse umane e creare una rete sempre più fitta e vicina alle persone per riuscire ad assisterle. Non sappiamo cosa ci attende dalla pandemia e la prevenzione deve essere un criterio centrale nelle nostre strategie. Soprattutto dobbiamo lavorare con una visione a lungo termine, andando ad offrire alla cittadinanza specialisti e tecnologie nel momento in cui ne hanno bisogno. Il sistema sanitario pubblico del nostro Paese è da sempre un’eccellenza di cui andare fieri e dobbiamo lavorare per mantenere questo sentimento di fiducia”.

“Non possiamo permetterci tagli alla sanità – ha detto il sindaco Dario Nardella – perché è uno dei punti cruciali non soltanto per i bisogni dei nostri cittadini in Toscana ed in tutta Italia, ma è anche uno dei punti cruciali per dare forza alla ripresa del sistema sanitario dopo il grandissimo sacrificio che si è fatto su tanti fronti con il Covid. Quindi questo punto dei tagli non solo deve essere evitato, ma bisogna anche trovare risorse aggiuntive”. Il sindaco Dario Nardella nel suo intervento ha sottolineato tre tematiche: la prevenzione, la prossimità e il coordinamento. “La prima – ha detto – è puntare sulla prevenzione. La prevenzione come dice anche l’Oms è fondamentale rispetto anche a problemi come l’invecchiamento, rispetto al problema dei costi crescenti delle cure e per questo stiamo strutturando la proposta di creare l’agenzia nazionale della prevenzione che possa coordinare e indirizzare la promozione della salute e anche tutti i comportamenti virtuosi, oltre che le politiche pubbliche per evitare un aumento ulteriore dei costi”. “Secondo punto, la prossimità – ha aggiunto Nardella -. Sempre di più l’ospedale deve andare a casa del cittadino e non il contrario, ovvero il cittadino che va ad affollare gli ospedali”. “Terzo punto – ha concluso il sindaco – è quello del coordinamento fra i diversi livelli istituzionali, quelli locali, quelli regionali e quelli nazionali. Quindi non possiamo solo dire sanità pubblica ma dobbiamo dire anche quale sanità pubblica vogliamo: coordinamento, prossimità e prevenzione”.

“La Regione – ha detto il governatore Eugenio Giani – può, così come è stato fatto negli ultimi tempi, sollecitare il governo nazionale perché vi sia la consapevolezza che sulla Sanità bisogna investire di più, una una fascia più consistente della spesa pubblica perché oggi la questione della salute pubblica, a maggior ragione dopo quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni con la pandemia, è una questione fondamentale dei servizi che uno Stato, un sistema pubblico, eroga ai propri cittadini. Il sistema regionale funziona, lo abbiamo visto attraverso le vaccinazioni, quando siamo stati punto di riferimento anche per le altre regioni italiane. Abbiamo visto come, pur con la difficoltà che tutti noi sappiamo, abbiamo potuto assumere e sistemare le situazioni di maggior emergenza anche nel rapporto fra pandemia a patologie ordinarie da seguire e da curare. Ma verso il futuro, che vuole ritagliarsi uno spazio maggiore nelle politiche del territorio costruendo le case di comunità, gli ospedali di comunità, i distretti, servono risorse che consentano di adeguare il personale e contemporaneamente rendere più efficienti i servizi negli ospedali: sono 45 in Toscana e nessuno parli più di chiuderne qualcuno”. 

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