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Culicchi: «Non esiste il bene e il male. Esistono cittadini che si candidano per la loro città e per le idee in cui credono»

Redazione
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«In un momento così complesso e così importante per la nostra città, definire come “il male” chi ha un pensiero e una visione diversa sulla crescita e lo sviluppo di Grosseto è indice di non avere la minima idea delle necessità di questa città, oltre a essere offensivo. Lo è nei confronti di tutti i candidati a sindaco, di tutti i consiglieri comunali di qualsiasi schieramento politico, di tutti i cittadini che chiedono di essere rappresentanti nel nome della democrazia e del confronto costruttivo», così Leonardo Culicchi interviene in merito alle parole pronunciate dal sindaco Vivarelli Colonna in piazza, durante il comizio di Giorgia Meloni. Il primo cittadino di Grosseto ha definito il suo schieramento politico come il bene, mentre chi non la pensa come lui appartiene al male, erigendosi così a “giudice universale”. «In democrazia non esiste il bene e il male – dice Culicchi – ma a Grosseto abbiamo compreso che esiste chi divide la città e attraverso atteggiamenti da stigmatizzare diffonde l’odio verso una parte politica avversa al proprio pensiero». Il candidato della coalizione “Partecipa!” prosegue poi la sua riflessione: «Il primo cittadino ha il compito di rappresentare tutti i grossetani, non solo quelli che la pensano come lui. Vivarelli Colonna non ha assolutamente capito l’importanza di ricucire tutti i pezzi della città, che in questo momento non sono collegati tra loro, attraverso una visione che porti all’unità nel nome di un unico “bene”, quello dei cittadini. Occorre affrontare il futuro che ci attende cercando di cogliere opportunità irripetibili di crescita, ma con altrettante soluzioni complesse da realizzare». In questi mesi di campagna elettorale il sindaco si è sempre sottratto al confronto politico, evitando ogni tipo di dibattito. «Lo ha fatto con arroganza verso tutti gli altri candidati e con mancanza di rispetto verso le associazioni che lo hanno invitato – aggiunge Culicchi – Non ha fatto differenze, né che si parlasse della drammaticità della violenza sulle donne né quando sono stati discussi temi del lavoro e dello sviluppo. L’aspetto che mi fa più male però, è vedere la vergogna che il nome di Grosseto dovrà subire in tutta Italia, in quanto un sindaco che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, ha calpestato l’immagine della città solo per la personale sete di potere». A proposito di immagine, Culicchi non ha dubbi: «Sono convinto che Grosseto tornerà ad essere bellissima quando sarà finalmente unita in tutte le sue parti e in tutto il suo tessuto sociale, aspetto che con l’attuale amministrazione non è possibile a causa della totale assenza di una visione collettiva. Per fortuna in Italia il tempo delle dittature è finito da molti anni, qualcuno magari avverta anche il nostalgico Vivarelli Colonna».

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