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Ulmi (Lega): “Ancora unanimità in Consiglio Regionale sulla revisione del maxidistretto socio sanitario grossetano. Apriamo il dibattito”

Redazione
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“La revisione delle zone distretto, da cavallo di battaglia della Lega sin dalla campagna elettorale per le Regionali, è finalmente diventata un obiettivo diffuso”. Lo sostiene il consigliere regionale del Carroccio Andrea Ulmi, vicepresidente della commissione sanità, dopo l’approvazione all’unanimità di un nuovo atto di indirizzo da parte del Consiglio Regionale, cioè un ordine del giorno collegato al bilancio a prima firma del consigliere di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri e firmato dallo stesso Ulmi, passato dopo un emendamento, che non ne snatura la sostanza, del Pd e che punta ad una revisione del maxidistretto grossetano che fa capo al Coeso. “Fino a qualche tempo fa – sostiene Ulmi- quello della revisione del distretto legato al Coeso sembrava un tabù ed era un cavallo di battaglia della Lega, su cui il Comune di Grosseto ha avviato un’attenta valutazione. Ricordiamo tutti come proprio la possibilità che il capoluogo uscisse da Consorzio fu considerato dal segretario del Pd Termine uno dei motivi per rompere il patto parasociale e giustificare la mancata elezione di Antonfrancesco Vivarelli Colonna alla presidenza. Oggi è lo stesso Pd a sostenere questa tesi con atti concreti, tanto più dopo la revisione del maxidistretto aretino già approvata. Questo oltre all’unanimità dei consensi del Consiglio garantisce a tale scelta un’ampia forza politica”. A questo punto per Ulmi è giunto il momento di valutare quale possa essere la soluzione migliore. “Visto che siamo tutti d’accordo sul superamento dell’attuale maxidistretto – sostiene il vicepresidente della commissione sanità- ci pare necessario iniziare a riflettere sulla soluzione migliore nell’interesse dei cittadini e dei comuni. In provincia abbiamo l’esempio della zona distretto dei comuni dell’area sud che funziona molto bene, peraltro senza bisogno di sovrastrutture che ne appesantiscono l’attività”. Un percorso, dunque, da condividere dopo che l’iniziale fusione dei tre precedenti distretti ha mostrato tutte le sue criticità. “L’area che si è andata a formare – sostiene Ulmi- dietro l’iniziale vantaggio economico garantito dalle fusioni di circa 450mila euro, è troppo eterogenea con interessi dei singoli territori difficili da mettere a sistema con gli altri. Di fronte a questi risultati occorre riflettere ed agire con il coinvolgimento di tutti gli interessati. Il Consiglio Regionale ha fatto in più occasioni la propria parte. Adesso dobbiamo fare in modo che l’indirizzo dato non resti solamente tale, ma che diventi realtà”.

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