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Mons. Cencioni rinuncia all’incarico di Proposto, mons. Caretti a quello di parroco del duomo.

Redazione
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Grosseto – Lunedì mattina il vescovo Giovanni ha riunito i canonici del Capitolo della Cattedrale di san Lorenzo per comunicare loro alcune importanti decisioni prese al fine di garantire una sempre più efficace e feconda opera di apostolato presso la chiesa madre di tutta la diocesi di Grosseto.

Il Vescovo ha annunciato la rinunzia di mons. Franco Cencioni al servizio di Proposto del Capitolo, incarico che ricopriva dal 1992, e la rinuncia al servizio di parroco da parte del canonico Piero Caretti. Mons. Roncari ha, così, comunicato di aver nominato il canonico Gian Paolo Marchetti Proposto ad nutum episcopi donec aliter provideatur ed amministratore parrocchiale del Duomo. Conseguentemente don Marchetti sarà rappresentante legale dell’Ente chiesa cattedrale.

Si tratta – precisa il Vescovo – di una scelta frutto di un percorso di mesi, con la quale, da un lato, ho voluto recuperare l’antica consuetudine, interrotta nel 1949, di riunire nella medesima figura il servizio di Proposto e quello di Parroco; dall’altra è una scelta ad interim: effettueremo un percorso insieme a don Gian Paolo – che resta anche parroco della parrocchia del Cottolengo e rettore del Seminario – con l’obiettivo primario di restituire nuova centralità ad una gestione collegiale e maggiormente corresponsabile, da parte di tutti i canonici, della cattedrale, sia negli aspetti liturgici e pastorali che in quelli amministrativi. Ringrazio di tutto cuore don Franco, per il servizio che ha svolto in questi trent’anni; pare quasi superfluo sottolinearne lo zelo, la passione, l’entusiasmo con cui ha portato avanti e porta avanti il suo sacerdozio. Un esempio che sarà da stimolo a don Gian Paolo, sacerdote giovane, ma ben strutturato, che in questi anni ha sempre dato prova di grande attaccamento alla Diocesi e di preziosa versatilità. La mia gratitudine va anche a don Piero Caretti, che cessa il suo servizio di parroco della cattedrale iniziato nella seconda metà degli anni ’90, anche lui mostrando sempre un grande attaccamento verso la chiesa madre della Diocesi, per la quale si è speso con devozione e cura. Ora si apre una pagina nuova, che avrà bisogno dell’apporto di tutti (quindi nessuno si dovrà sentire “pensionato”) per fare sempre di più della cattedrale un luogo di respiro ampio sul versante liturgico, pastorale, culturale, catechetico. Attorno al Duomo, infatti, ruotano il culto verso il patrono san Lorenzo e verso la Madonna delle Grazie, ma anche molte altre iniziative che vanno sostenute, altre che andranno ripensate, altre ancora che dovranno nascere per rispondere ai bisogni di oggi. La cattedrale deve essere il volto radioso della Chiesa di Grosseto, spalancato sulla realtà rappresentata dalla piazza su cui si affaccia”.

Sono molto felice di questo percorso che si apre – commenta don Franco Cencioni – I miei 96 anni iniziano a farsi sentire, pertanto mi sento sollevato da un impegno che stava diventando gravoso, ma anche dal fatto di poter passare il testimone ad un sacerdote valido come don Gian Paolo, a cui mi lega affetto e che ho visto crescere in questi anni”.

Ho accettato questo ulteriore servizio che il Vescovo mi ha chiesto con grande tremore – dice don Gian Paolo – sia perché succedere ad una figura come don Franco, che ha fatto davvero la storia recente di questa nostra Chiesa, non è facile, sia perché gli impegni che si assommano fanno sempre temere di non farcela. Confido, però, in Dio, nel sostegno della Madonna delle Grazie e nella condivisione dei pesi da parte di tutti i canonici. Collegialità dovrà essere la parola che ci farà da bussola nei prossimi mesi”.

  • Alberese e Rispescia

Nel contesto dei cambiamenti che si sono resi necessari in Diocesi al fine di armonizzare le forze, nell’ultima riunione del clero il Vescovo ha anche annunciato di aver accolto la richiesta di don Claudio Piccinini di essere parzialmente sollevato, per motivi di salute, dal doppio impegno nelle parrocchie di Alberese e Rispescia. Don Claudio, dunque, resterà parroco solo della parrocchia di Santa Maria Goretti in Rispescia. A lui il Vescovo ha anche chiesto di rafforzare ulteriormente la sua presenza in cattedrale come canonico penitenziere, ufficio che già ricopriva all’interno del Capitolo, in quella logica di collegialità su cui ha informato le scelte assunte per la cattedrale.

A guidare la parrocchia di Santa Maria dell’Alberese sarà don Giuseppe Benedetti, dal 2003 parroco a Bagno di Gavorrano. Nelle prossime settimane sarà definita anche la figura che gli subentrerà a Bagno.

Altre nomine sono attese nelle prossime settimane per far fronte ad altri bisogni che si sono resi evidenti in Diocesi.

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UN PO’ DI STORIA

Per Capitolo, in genere, si intende il Collegio di sacerdoti istituito per svolgere il culto divino e altre funzioni in una chiesa.

Il Capitolo della Cattedrale di Grosseto, composto originariamente di otto Canonici, secondo la memoria di un anonimo che si conserva nell’Archivio della Curia Vescovile di Grosseto, sarebbe stato istituito sotto il Pontificato di Sisto IV nella seconda metà del ‘400. Probabilmente l’Anonimo si rifà alla Bolla di Sisto IV del 2 maggio 1479, che dettava norme per regolare il possesso dei beni del Capitolo più che trattare della istituzione del medesimo. E’ da supporre infatti che già al momento in cui fu trasferita la sede vescovile da Roselle a Grosseto nel 1138, il Capitolo esistesse e che anzi la sua costituzione sia avvenuta nell’atto stesso del trasferimento. Infatti una Bolla del pontefice Celestino II, indirizzata al vescovo di Grosseto Rolando e al Priorio (Proposto) e Canonici della Cattedrale di Grosseto, fornisce la certezza dell’esistenza del Capitolo già nell’anno 1143. La Bolla stessa poi,è indirizzata al Vescovo Rolando, lo stesso che prima Vescovo di Roselle, fu trasferito alla sede grossetana il 9 aprile 1138.

La Propositura esiste senza dubbio dal momento stesso che ebbe vita il Capitolo della Cattedrale di Grosseto. La Bolla Pontifica di Celestino II del 23 dicembre 1143, parla in modo molto chiaro di Canonici e “Priore” e ognuno capisce che si allude alla unica dignità che presiedeva il Capitolo. Al Proposto, nella sua qualità di curato (parroco) della Parrocchia della Cattedrale, spettava il dovere di vigilare e custodire il suo gregge in ogni suo bisogno e non potendo espletare pienamente il suo compito di persona, poteva essere coadiuvato da uno o due cappellani coadiutori.

Questo fino al 1949. In quell’anno, infatti, l’incarico di Proposto è stato scisso da quello di parroco della parrocchia della Cattedrale. Il 1 agosto di quell’anno l’allora Proposto parroco mons. Giuseppe Bianchini rinunciò al beneficio, data l’età avanzata e la salute malferma. La Dataria Apostolica con Bolla del 10 dicembre 1949 scisse i due Benefici (incarichi). Pertanto, in seguito a tale provvedimento fu nominato parroco mons. Turiddo Turi e confermato invece Proposto mons. Giuseppe Bianchini. Alla morte di mons. Turi, avvenuta il 29 settembre 1954, fu eletto parroco mons. Astutillo Pellegrini, il quale fu nominato Proposto dopo la morte di mons. Bianchini e il suo posto di parroco della Cattedrale fu assegnato a mons. Franco Cencioni (1962). Dopo la morte di mons. Pellegrini, avvenuta il 19 agosto 1991, gli succedette come proposto mons. Cencioni, mentre la parrocchia venne affidata a mons. Roberto Nelli. Dopo don Nelli è stato parroco del Duomo mons. Giovanni Tumiatti, a cui, infine, è subentrato mons. Piero Caretti.  

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