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Gstv24 viaggi: Montepulciano, la città del Nobile che nobilita i suoi ospiti

Michele Caretti
9 Min Read
Piazza Grande

Il centro storico di Montepulciano, con le sue solide radici medioevali, con il suo make-up rinascimentale, colpisce la ragione e il cuore del visitatore, la sua armoniosa bellezza, risultato degli interventi architettonici perpetrati a partire dal Quattrocento, rigenera lo spirito dei viaggiatori che la scelgono come meta. Mons Politianus, così era nota la località in latino nei primi anni dopo il Mille, è lo splendido risultato dell’arte spesa in questo territorio da architetti quali, Michelozzo, Baldassarre Peruzzi, Antonio da Sangallo il Vecchio, Vignola, che contribuirono ad arredare la cittadina senese, il suo salotto, piazza Grande, le sue vie principali, via Gracciano al Corso, via Voltaia nel Corso, via Ricci, via del Poggiolo. Oggi la città del Poliziano si presenta come una elegante ellissi allungata fortificata, sorgente sulla cresta di un’altura tra la Val d’Orcia e la Valdichiana.

In un periodo di esilio dalla bellezza diretta, in cui i musei sono costretti alla chiusura, giungono in nostro soccorso i borghi, autentici centri espositivi a cielo aperto, da scoprire e riscoprire, giungono ad aiutarci le chiese, luoghi di culto e sincere pinacoteche a nostra disposizione, sempre, anche in questo momento. In questa ottica, la rete viaria di Montepulciano risponde puntuale e ordinata, proponendo un vero e proprio percorso di visita, che vede il proprio esordio nella Porta al Prato, il principale accesso cittadino, facente parte della cinta muraria duecentesca, il culmine altimetrico nella piazza ospitante la cattedrale, gli ultimi sussulti di meraviglia nella discesa verso il tempio di San Biagio. La nostra sete di bellezza trova una valle lussureggiante nella cittadina della val d’Orcia, un percorso fiorente, intervallato da oasi dove rinfrescarsi. Una prima sosta, su via di Gracciano al Corso, dove trovare refrigerio, è la quattrocentesca chiesa di Sant’Agostino, con l’elegante prospetto realizzato da Michelozzo, autore anche del rilievo in terracotta della lunetta. L’interno, gotico con alterazioni settecentesche, conserva un bellissimo crocefisso ligneo di Antonio di Sangallo il Vecchio. Cima Coppi delle tappe urbane, raggiungibile dall’agevole salita di via San Domenico, costeggiante la fortezza cinquecentesca, è piazza Grande, grandiosa armonizzazione rinascimentale, sintesi architettonica perfetta del Quattrocento italiano. Il culmine, per qualità artistica ed architettonica, dell’esperienza conoscitiva di Montepulciano è segnato, evidentemente, da questo complesso monumentale. Fatto ingresso nel salotto cittadino, come la tradizione medioevale imponeva, ci troviamo fronteggianti gli edifici simbolo del potere politico e religioso. Quello temporale è rappresentato dal trecentesco palazzo comunale, tutt’ora sede del municipio e con la possibilità di viverne la torre, da rimanere senza fiato, vuoi per gli impegnativi scalini, vuoi, soprattutto, per il panorama godibile. Quello trascendente è simboleggiato dal duomo, che, con l’immensa facciata rimasta incompiuta, va a chiudere il lato Sud della piazza. Il centro monumentale si completa, poi, di altri edifici di pregio, il cinquecentesco palazzo Contucci, iniziato da Antonio da Sangallo il Vecchio, il rivestito in travertino palazzo Tarugi e il palazzo del Capitano del popolo in laterizio. Difficile abbandonare questo luogo, impossibile dimeticarne la sua perfezione. Provando ad andare oltre, grazie alla panoramica piazza San Francesco troviamo il significato al nostro incedere, ad angolo tra via Ricci, al numero 10 il gotico palazzo Neri-Orselli ospita la pinacoteca e via del Poggiolo, un po’ defilata, uno dei luoghi più suggestivi, aperta sulla val d’Orcia, con ai suoi piedi il tempio di San Biagio e la campagna patrimonio mondiale dell’umanità nel suo orizzonte. La città del Poliziano è un quadro meraviglioso, il suo centro storico olio su terracotta, per la sua posizione, anche raffinata cornice dell’Umbria, passeggiando per sue vie, infatti, verso Est è possibile scorgere le acque del bacino lacustre più esteso del centro Italia, il lago Trasimeno.

L’esperienza, nella perfezione di Montepulciano, potrà dirsi perfetta solo se farà i conti con la chiesa del Gesù, un luogo imperdibile, carico di suggestione, centrale nel culto della comunità locale, gioiello barocco che saprà arricchire gli occhi colmi di Rinascimento dei visitatori. L’edificio religioso si trova su via di Voltaia nel Corso, vi si giunge lasciandoci alle spalle sublimi residenze patrizie cinquecentesche, quali palazzo Cervini e palazzo Bruschi, ospitante l’ottocentesco caffè poliziano. Accolti da una facciata romanica, rimasta incompiuta, ci troviamo a fare i conti con un interno barocco, a pianta ellittica attribuita a Pozzo, con i suoi tre altari, da perdere il fiato. Eretta tra la metà del XVII secolo e il 1733, per volontà del locale collegio dei gesuiti, la chiesa, intitolata al Salvatore su disposizione dell’allora vescovo Arrighi, è molto attiva nel culto dei poliziani per la presenza dell’icona della Madonna delle Tre Ave. Dal 1931, per lo zelo di un devotissimo sacerdote, don Salvatore, ogni anno celebrata nella solennità dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre. Una devozione che nasce da una promessa della Vergine. Le tre Ave, le tre preghiere quotidiane rivolte a Maria, in onore dell’amore, della sapienza e della potenza, che la Madonna, apparsale contornata di luce, prescrisse a Santa Matilde, affinchè avesse la perseveranza finale, in quanto ella angosciata dal timore di dannarsi. Un sito imprescindibile nella scoperta della cittadina senese.

Vivere le vie di Montepulciano è vivere la loro eleganza, significa emozionarci per le facciate delle residenze signorili medioevali e rinascimentali, per il suono suadente di calici, di voci e della magia evocata dai rituali ruotanti attorni al vino, che ogni giorno, da sempre, animano le arterie del paese, arrivando dritti al cuore degli ospiti e dei poliziani, persi entrambi negli innumerevoli locali. In queste giornate, dove la normalità appare sospesa, sembra di sentirne il tintinnio affannoso, tra una comanda e l’altra. Enoteche, cantine aziendali, osterie, ristoranti, tutti uniti nella celebrazione di sua maestà il Nobile. Questa denominazione di origine controllata e garantita è una delle più pregiate interpretazioni delle uve Sangiovese, nel biotipo Prugnolo gentile, pronta ad essere degustata dopo almeno due anni di affinamento, in legno o in altri recipienti, a scelta del produttore.

Non di solo spirito, non di solo arricchimento dell’animo può maturare un’esperienza di viaggio, ma anche di pane, di cultura gastronomica, per poter dire, così di aver vissuto appieno una realtà. Per questo, per colmare la lacuna del gusto, ecco, in soccorso, un tempio della cucina valdorciana, Guastini piccola trattoria. Un indirizzo dove ogni giorno viene onorata la tradizione culinaria locale, un luogo di ristoro dove la tecnica è al servizio della stagionalità e delle materie prime locali. Una destinazione celebrante le eccellenze delle crete senesi, la storia di un territorio interpretata in modo contemporaneo, rispettandola, senza rivisitazioni che possano snaturare la sua essenza. Una carta sempre in evoluzione che offre, oltre a piatti di terra, piccione e chianina su tutti, proposte di pesce, sublimi l’anguilla in tegame o il persico dorato del vicino lago Trasimeno. Carta dei vini contenuta, ricercata e mai banale, con tutte, ma proprio tutte, le espressioni del Nobile e degli altri grandi rossi toscani, ed etichette spazianti per tutta la penisola vitivinicola. La trattoria si trova nella vicina Torrita di Siena, borgo immerso nella campagna prendente il nome del fiume Orcia che la bagna, a poche curve da Montepulciano. A coronamento della giornata, una deviazione che merita.

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