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Il Comitato Pastori d’Italia, risponde alle affermazioni provocatorie dell’allevatore di Difesattiva, Damiano Diani

Redazione
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Il Comitato Pastori d’Italia, dopo aver visto sulla stampa locale l’articolo dell’allevatore di DifesaAttiva , Damiano Diani, nel quale si legge tra l’altro che da quando ha i cani da protezione del bestiame non ha più subito perdite, si dice molto sorpreso e perplesso.
“Un racconto avvincente, – commenta Mirella Pastorelli, Presidente del Comitato – colmo di suspense che ha tenuto con il fiato sospeso tutti, fin quando il cane femmina non è sbucata”.
“Tale apprensione, – prosegue Pastorelli – che mi ha portata a dire che forse , i predatori selezionano i loro attacchi, evitando sempre, o quasi le greggi dell’associazioni animaliste. Una domanda che si pone ogni volta che ci si trova a leggere affermazioni poco attendibili di capi predati dimezzati. Addirittura “Il Dolomiti”, un giornale online del trentino, riporta che le predazioni dei lupi sono ridotte di oltre di 90% grazie ad un progetto dove sono state allestite prevenzioni, finanziate con fondi della regione Emilia- Romagna e dell’UE. Un progetto durato per ben 6 anni e sperimentato su 298 aziende con misure ben calibrate come possono essere attendibili”.
“Affermazioni provocatorie, – dice Mirella Pastorelli – nei confronti di chi porta avanti il proprio lavoro con tanta dedizione, ma consapevoli che a nessuno interessa risolvere il problema. Gli allevatori si sentono sbeffeggiati come se non avessero cura del loro patrimonio, cosa non vera. Gli allevatori amano e tutelano le loro greggi, fonti di reddito, attuando la prevenzione, mediante reti antilupo, cani da guardiania e il ricovero la sera, ma nonostante questo i predatori sono sempre pronti all’attacco”.
“Con questo quadro gli allevatori chiedono più serietà e non uso dei soldi pubblici per progetti illusori, ma utilizzati per risolvere veramente i problemi e utilizzati per l’innovazione della pastorizia. I dati non rispecchiano la realtà, come testimoniano gli stessi caseifici nei quali scarseggia il latte locale, e questo perché le aziende chiudono. Latte locale importantissimo per l’economia locale. Infine, altra fatto che gli allevatori non gradiscono, è quello relativo alla politica. Infatti, quest’ultima si ricorda dei problemi legati alla predazione solo al momento delle elezioni. Ma dove erano quei politici che oggi fanno interrogazioni alla Regione, quando gli allevatori manifestavano per portare all’attenzione dei governanti tale problema?”, conclude Mirella Pastorelli.

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