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Bar Giulia d’Autore presenta la mostra di Lucio Bonavolontà Riva

Redazione
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Nella saletta del locale di Via del Molo si potranno ammirare, fino al 15 settembre, alcune opere che dagli anni ‘60 fino ad oggi testimoniano il sentimento che lega l’artista all’Argentario del quale si sente un figlio adottivo.  

Affetto e attaccamento al Promontorio che Bonavolontà racconta così : “Luglio 1961 è il mio primo anno a Porto Santo Stefano ed è stato subito amore. La prima casa nel cuore del Rione Croce, quando c’erano ancora le frasche aperte per Via XX Settembre, dove ho avuto la fortuna di frequentare quei personaggi che sono la storia dello “Scoglio”.  Più di un’ora per arrivare in piazza, di frasca in frasca, di uovo sodo in uovo sodo, per scoprire, passando per il buco, il turchese del porto piccolo. Potrei, di questo mare, narrarvi i segreti di ogni sasso”.

Lucio nasce in una famiglia di artisti, il nonno compositore di canzoni napoletane, lo zio Mario, in arte Riva, noto presentatore negli anni 60 e l’altro zio Gioacchino, direttore d’orchestra. Non essendo portato per la musica ha rivolto la sua vena creativa verso le arti figurative. Si è formato al Liceo Artistico di Roma e all’Accademia di Belle Arti specializzandosi in scenografia, costume e arredamento. I suoi professori, Capogrossi, Turcato, Guttuso, Mirabella, Franchina, Guzzi, Giaroli, hanno contribuito alla maturazione di un bagaglio culturale di alto profilo. Ha iniziato ad insegnare Disegno e Storia dell’Arte alternando la sua attività tra cinema e teatro. Negli anni ‘90 l’indole creativa, grazie anche alle doti organizzative, fonda una società di produzione di eventi di livello internazionale. Tutto ciò senza mai trascurare la sua reale passione: la pittura che alterna alla sua vena poetica. Non è soltanto la pittura la sua grande passione ma anche il mare in tutte le sue forme. Infatti negli anni ‘60 diventa istruttore sommozzatore del CICA Sub di Roma e scopre i fondali della Costa d’Argento.

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