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Biogas e cattivi odori, il protocollo tra Comune di Grosseto e imprenditori è una presa in giro. Ecco perché:

Redazione
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“Grosseto e… una delle tante attività agricole: il biogas”. Già il titolo del protocollo firmato dal sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna potrebbe trarre in inganno. Nella realtà le modalità di gestione di alcuni impianti a biogas grossetani, documentate nel tempo, non corrispondono a quelle di un’integrazione alla preminente attività agricola, bensì ad iniziative speculative dettate dall’incasso di contributi economici che i cittadini pagano attraverso le bollette, a cui, nel mancato interesse per il miglioramento della fertilità dei terreni, si associa lo smaltimento di rifiuti nel nostro territorio.

Nonostante il documento definisca il biogas “una filiera tipicamente corta”, la legge consente agli imprenditori di importare la maggior parte del prodotto utilizzato da fuori regione, tipicamente scarti dell’industria agroalimentare. Sono molti i camion provenienti dalla pianura padana che vengono a smaltire a Grosseto i rifiuti industriali prodotti in Nord Italia.

Se non fossimo preoccupati per l’inquinamento generato da queste attività e per il disagio con cui molti grossetani convivono da anni, farebbe sorridere il fatto che le attività a cui si impegnano gli imprenditori che hanno sottoscritto questo protocollo sono disposizioni già presenti nelle norme vigenti, come il D.P.G.R. n. 46/R dell’8 settembre 2008 e successive modifiche, e il D.M. 5046 del 25 febbraio 2016. In sostanza, il documento è un impegno, là dove possibile, a rispettare la legge!

I cattivi odori che da anni si sentono a Grosseto derivano in alcuni casi da una cattiva gestione del digestato, talvolta da impianti difformi dai progetti (dimostrato da documentazione proveniente da fonti autorevoli) e dagli stessi progetti talvolta lacunosi (come deducibile dalle numerose prescrizioni date in fase di autorizzazione). Anche nei giorni scorsi i cattivi odori sono stati segnalati a Casalecci, Casalone, Saracina, Zona Stadio, Principina Terra e Barbanella.

Nonostante nel documento si parli di “monitoraggio e controllo”in nessuna sua parte viene indicato come il Comune, che per legge è responsabile della gestione agronomica dei terreni, incluso il digestato, effettui tali attività di controllo. Questo mancato controllo, che si traduce nei disagi subiti dai grossetani, è una scelta politica del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e della sua amministrazione, che continua a non far rispettare le norme, tra cui il Regolamento di polizia urbana in materia di emissioni odorigene. Forse la ragione per questa scelta sta proprio nell’obiettivo numero 2 indicato nel protocollo firmato dal sindaco: “evitare ai soggetti gestori degli impianti costi di adeguamento”Si continua dunque a tutelare l’interesse economico di pochi privati a discapito della qualità della vita della collettività.

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