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Agriturismi, la Lega propone una modifica alla Legge Regionale 80/220 sullo spostamento di volumetrie esistenti. Ulmi: “Nessun consumo di suolo, recupero di volumi esistenti e possibili nuove opportunità per gli imprenditori agricoli”

Redazione
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Andrea-Ulmi-lega-nord

Superare i limiti della Legge Regionale 80/2020 nella parte in cui ha penalizzato lo spostamento delle volumetrie derivanti da ristrutturazione urbanistica per gli agriturismi”. E’ la proposta di modifica dell’art.3 proposta dal gruppo Lega in consiglio regionale con primo firmatario il consigliere Andrea Ulmi.

“La proposta – spiega Ulmi- ha l’obiettivo di superare i limiti presenti nella legge 80/2020, che hanno penalizzato l’attività delle aziende agrituristiche, attraverso il ripristino della previsione normativa legata  agli  interventi di ristrutturazione urbanistica, qualora siano previsti dagli strumenti urbanistici comunali e dagli atti di governo del territorio”. Più nel dettaglio, la proposta non prevede nuove edificazioni sul territorio, dunque nessun consumo di suolo, e sempre il rispetto delle normative nazionali. “La proposta di legge – prosegue Ulmi- si ispira al concetto che gli interventi di ristrutturazione urbanistica siano ampliamento e valorizzazione della funzione agricola già presente sul territorio. Sulla base di questo principio, può quindi essere consentito il trasferimento di volumi nei soli casi in cui questi siano ricollocati in ambiti già dotati di urbanizzazione, in prossimità di edifici esistenti e con dimensioni limitate, cioè un terzo rispetto alla complessiva volumetria aziendale esistente al momento dell’intervento. Rimane fermo – ribadisce il consigliere della Lega- il principio che i volumi derivanti da interventi di ristrutturazione urbanistica possono essere ammessi solo e soltanto quando consentiti dagli strumenti urbanistici comunali e dagli altri atti di governo del territorio”. Insomma nessuna speculazione edilizia, ma possibili nuove opportunità per il settore agrituristico. “L’obiettivo – conclude Ulmi- è quello di evitare operazioni speculative e di consentire agli operatori di settore di valorizzare, recuperare e restaurare, volumi esistenti, in molti casi fatiscenti, nell’ambito della stessa azienda agricola, recuperandone così anche il decoro e dando nuove opportunità ad un settore che è stato penalizzato dall’emergenza sanitaria. Tutto questo senza dimenticare che gli agriturismi sono spesso l’ancora di salvezza per molti agricoltori, perché tra emergenza sanitaria, politiche agricole aggressive e concorrenza sleale di altri paesi hanno visto diminuire in maniera sensibile il guadagno della loro attività primaria. Il rischio è quello di un abbandono delle campagne, che porta con sé quello di una minor manutenzione del territorio e serie conseguenze sul piano idrogeologico, con un impatto molto pericoloso sulla sicurezza dei cittadini”

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