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M5 S: emergenza idrica e Governo Draghi

Redazione
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giacomo gori attivista M5s

’onorevole Luca Sani non perde occasione per continuare ad alimentare una narrazione completamente falsa sulla caduta del governo Draghi.

E lo fa tirando in ballo, nella peggiore pratica della strumentalizzazione politica, un tema importantissimo come l’emergenza idrica.

Ma non se lo può permettere.

Qualora il decreto ministeriale a firma del ministro dimissionario Patuanelli non dovesse rientrare nell’agenda dei provvedimenti urgenti – il che è tutto da dimostrare – vorrebbe dire che dovremmo aspettare due mesi in più, ossia nulla rispetto ai cinquantadue anni di governo monocolore della regione Toscana. 

Il colore che oggi Sani rappresenta in parlamento, ovvero la sinistra prima e il centrosinistra poi, non è riuscito in oltre cinquant’anni di maggioranze bulgare a realizzare le uniche opere utili a contrastare siccità ed emergenza idrica: gli invasi. 

E adesso, di fronte ad un problema che non si risolve in qualche mese e probabilmente neppure in qualche anno, l’onorevole Sani si scaglia contro chi ritiene di aver fatto cadere il governo Draghi causando il possibile slittamento di due mesi dell’approvazione di un decreto ministeriale, addossando la colpa al Movimento 5 stelle? 

Ricordo al parlamentare che in passato si arrivò addirittura all’esproprio di terreni finalizzato alla realizzazione degli invasi, ma che poi, l’incapacità e la scarsa attenzione al tema da parte della sua parte politica, non ne permisero la realizzazione.

La colpa della caduta del governo Draghi non può essere riconducibile al Movimento 5 stelle, in nessun modo.

Draghi si è dimesso con il 70% dei consensi parlamentari; una scelta personale, mai registrata nella storia della repubblica ed avallata dal Partito Democratico, il quale getta la maschera del progressismo per far vedere a tutti il suo vero volto: un partito della peggiore tradizione liberista, capace di pianificare ed attuare le più grandi campagne di privatizzazione dei beni e dei servizi pubblici, creando disastri a ripetizione, in accordo con quella filosofia che sta velocemente ricostituendosi, ossia la filosofia del pdmenoelle.

Ma non c’è solo un’emergenza idrica, assistiamo anche ad un’emergenza politica, dove i giochi di palazzo tornano ad essere uno dei maggiori passatempi del PD Nazionale, del presidente Draghi e compagnia bella.

Mentre sto scrivendo, la filosofia del pdmenoelle è viva e vegeta anche in Maremma. Infatti la vendita di un bene pubblico straordinario come i 950 ettari della Diaccia Botrona, sta andando avanti. La gestione dell’amministrazione Limatola-Nappi sembra decisa a voltare le spalle ai propri impegni sottoscritti con me e tutto il Movimento 5 stelle, prima delle elezioni.

Elezioni che hanno permesso a Limatola di diventare presidente della provincia grazie al mio voto, determinante.  E così, in perfetta continuità con l’amministrazione di centrodestra dell’ex presidente della provincia Vivarelli Colonna, l’attuale amministrazione di centrosinistra intende procedere con la firma dell’atto finale. 

Si svende un altro bene pubblico di fondamentale importanza.

Spiegatelo ai vostri elettori. Spiegate loro che per stare insieme al Movimento 5 stelle si deve essere progressisti nell’anima, non di facciata; ma forse loro già lo sanno.

E che l’agenda Draghi alla quale vi ispirate non ha nulla a che vedere con un programma di stampo progressista come quello del Movimento 5 stelle.

Giacomo Gori

Consigliere comunale M5S

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